Il castello di Avio
di Renzo
Montagnoli
Il primo
castello che si incontra entrando nella regione
Trentino-Alto Adige è quello di Sabbionara di Avio,
raggiungibile comodamente tramite l'autostrada A22 (Brennero) e uscendo al
casello di Avio.
Arroccato
in collina, prevede un percorso abbastanza agevole in salita (un centinaio di
metri partendo dal parcheggio raggiungibile con una strada abbastanza stretta, ma breve).
Il
complesso sembra quasi adagiato nel paesaggio prealpino, con una
imponente cinta muraria, cinque torri, il palazzo baronale e il
possente mastio.
Gli edifici
sono immersi nel verde, lungo percorsi in salita che si effettuano
all'ombra di tralci di vite, dando all'insieme un aspetto del tutto naturale,
come se lì il tempo si fosse fermato.
Di rilievo sono gli affreschi nel corpo di guardia e la stanza d'Amore nel
mastio, sita all'ultimo piano e raggiungibile tramite diverse rampe di scale,
il che, nella mia immaginazione, mi ha fatto pensare al signore, ricoperto di
pesante armatura, arrancare con il fiatone, uno scalino dopo l'altro, per
raggiungere la sua bella, ma, che, una volta arrivato, spossato dalla fatica,
si butta sul letto, mettendosi subito a dormire e lasciando la dama costernata.
Comunque,
da lassù si gode di una vista impareggiabile sulla
valle dell'Adige che giustifica in ogni caso lo sforzo della salita.
Il mastio esisteva fin dal 1053 e successivamente, nel
XIII secolo, divenuto di proprietà della potente famiglia dei Castelbarco, iniziò a raccogliere intorno a sé le altre
fortificazioni, grazie ai lavori avviati da Azzone di
Castelbarco. Il figlio Guglielmo II impreziosì poi la
fortezza con gli affreschi trecenteschi, di notevole pregio artistico. Successivamente vi fu un secolo di dominazione veneziana,
nel corso del quale le difese vennero rinforzate, e infine, verso la prima metà
del 1500, il castello passò al vescovo di Trento Bernardo Cles.
Come bene della Chiesa appartenne fino al 1658 alla famiglia dei Mandruzzo, da cui poi pervenne ai Gresta, che assunsero il nome di Castelbarco.
Nel 1917 il complesso, ormai in grave abbandono, fu acquistato dal conte
Emanuele Rezzonico Pindemonte e infine nel 1977 fu
donato al FAI dalla contessa Emanuela di Castelbarco Pindemonte Rezzonico.
Il Fondo
per l'Ambiente Italiano avviò delle imponenti opere di restauro, che sono
ancora in corso e ben lungi dall'ultimazione, ma grazie
alle quali l'opera è quasi ritornata al primitivo stato ed è stato reso
possibile l'accesso ai turisti.
Si è accennato prima alla stanza d'Amore, che presenta sul lato sud,
discretamente conservato, il “racconto”, cioè su un cavallo al galoppo una
creatura mostruosa, appunto il “Dio Amore”, lancia delle frecce che sfiorano
una dama con cagnolino, ma che trafiggono il petto di un cavaliere in ginocchio
e in preda alla disperazione.
Gli altri affreschi, ancor più interessanti, risalenti alla seconda metà del
XIII secolo, si trovano nella casa delle guardie e, probabilmente, sono una
celebrazione delle vittorie dei Castelbarco.
Gli armigeri sono ritratti in battaglia, in una composizione armonicamente cinematografica,
con numerosi dettagli delle armi e delle vesti di alto valore storico.
Questo
castello ha per me un'importanza notevole, perché mi ha ispirato il primo libro
di poesie che ho scritto, Canti celtici, la cui copertina è una
elaborazione di una mia fotografia della fortezza.
Dal mese di
dicembre alla metà di febbraio il castello è chiuso, ma è visitabile nel
rimanente periodo tutti i giorni tranne i lunedì e martedì non festivi (in
agosto è aperto anche il martedì) con i seguenti orari: da marzo a settembre
ore 10 – 18; ottobre, novembre e seconda metà di febbraio ore 10 – 17.
Il
complesso comprende anche un negozio per la vendita di cartoline e guide, nonché un bar ristorante.
La visita
richiede all'incirca un'ora.
Da vedere,
inoltre, ad Avio:
-
l'antica pieve, di origini assai lontane, di epoca altomedievale;
-
la Parrocchiale dell'Assunta, della metà del XVII secolo;
-
San Leonardo in Sarnis, chiesa che
nasconde i resti di un'altra assai più datata, che è un gioiello dell'arte
medievale e che costituita da una piccola abside interamente affrescata.
Le
fotografie a corredo di questo articolo sono state
reperite sul sito del FAI dedicato al Castello di Avio