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  Bell'Italia  »  Merano, la perla del Sud Tirolo, di Renzo Montagnoli 14/07/2018
 

Merano, la perla del Sud Tirolo

di Renzo Montagnoli



Non so quante volte sono stato a Merano, ho perso il conto, e ci sono andato in ogni stagione, in occasione del tradizionale mercatino di Natale, allo sbocciare delle rose a mezza primavera e quando nell’aria si spande il profumo del mosto. Ecco, adesso rammento che in estate devo esserci andato non più di un paio di volte, perché questa bella città, per quanto sita in montagna, peraltro a non di certo rilevante altezza (325 m. s.l.m.), nei mesi luglio e soprattutto agosto è piuttosto calda. Resta comunque una meta meritevole di essere vista in ogni stagione, perché appare sempre diversa, pur restando sostanzialmente uguale: cambia il colore delle foglie, la visione è più o meno nitida, l’aria è un po’ umida, oppure piacevolmente secca. Con ciò intendo dire che a Merano è possibile andare sempre a scoprire le bellezze di questa città di circa 40.000 abitanti sita in provincia di Bolzano. Capoluogo della Comunità comprensoriale del Burgraviato, circondata da montagne molto alte, si trova nel punto d’incontro di quattro valli assai importanti: la Val Venosta, la Val d’Adige, la Val d’Ultimo e la Val Passiria. E’ sempre stata considerata un luogo di cura, per la qualità della sua aria e la quiete che vi regna.

Merano ha origini assai antiche e dovrebbe addirittura risalire all’epoca romana, ma il suo sviluppo e ampliamento avvenne soprattutto nel corso del XIII secolo grazie alla dinastia dei conti di Tirolo e Tirolo, infatti, è un paese, con relativo castello, che sorge in periferia ed è da questa località che trae origine la regione storica del Tirolo. Nel secolo successivo cresce d’importanza ma nel 1420 i conti Asburgo decidono di trasferirsi da Tirolo a Innsbruck, il che determina seri contraccolpi nell’economia della zona. Passano i secoli e quando Andreas Hofer decide di insorgere contro i Francesi e i Bavaresi, combattendo per la libertà del Tirolo, Merano ritorna in auge, come uno dei focolai della rivolta; accresce poi la sua importanza a seguito della sua destinazione come luogo di cura e di villeggiatura del grande impero austro-ungarico. Dopo la Grande Guerra, a seguito della sconfitta dell’Austria, tutto il Tirolo meridionale, e quindi ricomprendendo Merano, viene annesso all’Italia. Durante la seconda guerra mondiale diventa un centro ospedaliero dove si curano i tedeschi feriti sul fronte Sud. La città, in virtù anche di questa funzione, non fu soggetta a bombardamenti aerei, fatta eccezione per quello mirato del 4 aprile 1945 con il quale vengono colpite le fabbriche di produzione del metanolo e dell’acqua pesante. Cessata la guerra, Merano torna alla sua antica vocazione di centro di villeggiatura, vocazione che conserva ancor oggi.

La cittadina è indubbiamente un’attrazione, sia per lo scenario montano che la circonda, sia per i giardini ben curati, per l’intramontabile passeggiata lungo il Passirio e per le architetture religiose e civili che la caratterizzano. Ricordo la bella parrocchiale di San Nicolò, con la cappella di Santa Barbara, con l’altissimo campanile (83 metri) e le tre navate divise da pilastri circolari che sostengono delle belle volte gotiche. Il Kurhaus, una vera e propria casa di cura divenuta nel tempo un luogo di riunioni a carattere polivalente, più volte restaurata, non ha perso l’antico splendore; il ponte romano, risalente al 1617 in un luogo dove lo precedettero altri in legno, scavalca il torrente Passirio collegando il quartiere Steinach a Maia Alta; la stazione ferroviaria poi è di stile tipicamente viennese. Inoltre non si possono dimenticare le fantastiche passeggiate di cui la più famosa è la Tappeiner, che a mezza costa del monte Benedetto mette in comunicazione Quarazze con Castel San Zeno. Se poi non bastassero le bellezze dell’abitato, la via centrale con i portici sui quali si affacciano negozi di prelibatezze gastronomiche e di tessuti tipicamente tirolesi, ci sono anche i dintorni a dir poco stupendi, fra i quali la Chiesa di San Procolo a Naturno con il ciclo di affreschi carolingio più antico di tutta l’area tedesca, a Senale il Santuario della Madonna di Senales, il più antico del Tirolo, le Chiese di S. Ippolito e S. Giacomo a Tesino - Prissiano e infine, la meraviglia delle meraviglie, i Giardini di Castel Trauttmansdorff considerati fra i più belli del mondo che, da soli, meritano di andare a Merano. Costituisce questo Festival botanico un’esperienza unica e pertanto la visita, più che consigliata, è raccomandata. Occorrono da tre a sei ore per vederli tutti; in genere sono aperti dal 1° aprile al 15 novembre, con orari diversi secondo le stagioni e con prezzi non esagerati.

E poi a Merano si vive bene, si è coccolati da una cucina raffinata, ma dalle forti tradizioni popolari, rivisitate secondo i gusti moderni e con una felice unione con quella italiana; se si mangia, soprattutto bene, ci deve essere anche il vino buono e in tutto il trentino Alto-Adige il vino non è semplicemente buono, è eccellente, un nettare difficile da dimenticare per chi l’ha bevuto.

Per dormire e mangiare c’è solo l’imbarazzo della scelta e non si sbaglierà mai.

A ogni buon conto riporto in calce il link del Sito Turistico della Città dove è possibile trovare informazioni del tutto esaurienti.

A Merano, dato che i turisti italiani provengono necessariamente da sud, si può arrivare in auto percorrendo l’Autostrada A22, con uscita a Bolzano Sud, dove si prende la superstrada Bolzano – Merano, oppure in treno, fino alla Stazione di Bolzano, dove ogni trenta minuti parte una corsa per Merano.



https://www.merano-suedtirol.it/it/merano-e-dintorni/


Le foto a corredo dell’articolo sono state reperite in Internet sul sito Ttristico della Città.


 
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