Merano,
la perla del Sud Tirolo
di
Renzo Montagnoli
Non
so quante volte sono stato a Merano, ho perso il conto, e ci sono
andato in ogni stagione, in occasione del tradizionale mercatino di
Natale, allo sbocciare delle rose a mezza primavera e quando
nell’aria si spande il profumo del mosto. Ecco, adesso rammento
che in estate devo esserci andato non più di un paio di volte,
perché questa bella città, per quanto sita in montagna,
peraltro a non di certo rilevante altezza (325 m. s.l.m.), nei mesi
luglio e soprattutto agosto è piuttosto calda. Resta comunque
una meta meritevole di essere vista in ogni stagione, perché
appare sempre diversa, pur restando sostanzialmente uguale: cambia il
colore delle foglie, la visione è più o meno nitida,
l’aria è un po’ umida, oppure piacevolmente secca.
Con ciò intendo dire che a Merano è possibile andare
sempre a scoprire le bellezze di questa città di circa 40.000
abitanti sita in provincia di Bolzano. Capoluogo della Comunità
comprensoriale del Burgraviato, circondata da montagne molto alte, si
trova nel punto d’incontro di quattro valli assai importanti:
la Val Venosta, la Val d’Adige, la Val d’Ultimo e la Val
Passiria. E’ sempre stata considerata un luogo di cura, per la
qualità della sua aria e la quiete che vi regna.
Merano
ha origini assai antiche e dovrebbe addirittura risalire all’epoca
romana, ma il suo sviluppo e ampliamento avvenne soprattutto nel
corso del XIII secolo grazie alla dinastia dei conti di Tirolo e
Tirolo, infatti, è un paese, con relativo castello, che sorge
in periferia ed è da questa località che trae origine
la regione storica del Tirolo. Nel secolo successivo cresce
d’importanza ma nel 1420 i conti Asburgo decidono di
trasferirsi da Tirolo a Innsbruck, il che determina seri contraccolpi
nell’economia della zona. Passano i secoli e quando Andreas
Hofer decide di insorgere contro i Francesi e i Bavaresi, combattendo
per la libertà del Tirolo, Merano ritorna in auge, come uno
dei focolai della rivolta; accresce poi la sua importanza a seguito
della sua destinazione come luogo di cura e di villeggiatura del
grande impero austro-ungarico. Dopo la Grande Guerra, a seguito della
sconfitta dell’Austria, tutto il Tirolo meridionale, e quindi
ricomprendendo Merano, viene annesso all’Italia. Durante la
seconda guerra mondiale diventa un centro ospedaliero dove si curano
i tedeschi feriti sul fronte Sud. La città, in virtù
anche di questa funzione, non fu soggetta a bombardamenti aerei,
fatta eccezione per quello mirato del 4 aprile 1945 con il quale
vengono colpite le fabbriche di produzione del metanolo e dell’acqua
pesante. Cessata la guerra, Merano torna alla sua antica vocazione di
centro di villeggiatura, vocazione che conserva ancor oggi.
La
cittadina è indubbiamente un’attrazione, sia per lo
scenario montano che la circonda, sia per i giardini ben curati, per
l’intramontabile passeggiata lungo il Passirio e per le
architetture religiose e civili che la caratterizzano. Ricordo la
bella parrocchiale di San Nicolò, con la cappella di Santa
Barbara, con l’altissimo campanile (83 metri) e le tre navate
divise da pilastri circolari che sostengono delle belle volte
gotiche. Il Kurhaus, una vera e propria casa di cura divenuta nel
tempo un luogo di riunioni a carattere polivalente, più volte
restaurata, non ha perso l’antico splendore; il ponte romano,
risalente al 1617 in un luogo dove lo precedettero altri in legno,
scavalca il torrente Passirio collegando il quartiere Steinach a Maia
Alta; la stazione ferroviaria poi è di stile tipicamente
viennese. Inoltre non si possono dimenticare le fantastiche
passeggiate di cui la più famosa è la Tappeiner, che a
mezza costa del monte Benedetto mette in comunicazione Quarazze con
Castel San Zeno. Se poi non bastassero le bellezze dell’abitato,
la via centrale con i portici sui quali si affacciano negozi di
prelibatezze gastronomiche e di tessuti tipicamente tirolesi, ci sono
anche i dintorni a dir poco stupendi, fra i quali la Chiesa di San
Procolo a Naturno con il ciclo di affreschi carolingio più
antico di tutta l’area tedesca, a Senale il Santuario della
Madonna di Senales, il più antico del Tirolo, le Chiese di S.
Ippolito e S. Giacomo a Tesino - Prissiano e infine, la meraviglia
delle meraviglie, i Giardini
di Castel Trauttmansdorff considerati fra
i più belli del mondo che, da soli, meritano di andare a
Merano. Costituisce questo Festival botanico un’esperienza
unica e pertanto la visita, più che consigliata, è
raccomandata. Occorrono da tre a sei ore per vederli tutti; in genere
sono aperti dal 1° aprile al 15 novembre, con orari diversi
secondo le stagioni e con prezzi non esagerati.
E
poi a Merano si vive bene, si è coccolati da una cucina
raffinata, ma dalle forti tradizioni popolari, rivisitate secondo i
gusti moderni e con una felice unione con quella italiana; se si
mangia, soprattutto bene, ci deve essere anche il vino buono e in
tutto il trentino Alto-Adige il vino non è semplicemente
buono, è eccellente, un nettare difficile da dimenticare per
chi l’ha bevuto.
Per
dormire e mangiare c’è solo l’imbarazzo della
scelta e non si sbaglierà mai.
A
ogni buon conto riporto in calce il link del Sito Turistico della
Città dove è possibile trovare informazioni del tutto
esaurienti.
A
Merano, dato che i turisti italiani provengono necessariamente da
sud, si può arrivare in auto percorrendo l’Autostrada
A22, con uscita a Bolzano Sud, dove si prende la superstrada Bolzano
– Merano, oppure in treno, fino alla Stazione di Bolzano, dove
ogni trenta minuti parte una corsa per Merano.
https://www.merano-suedtirol.it/it/merano-e-dintorni/
Le
foto a corredo dell’articolo sono state reperite in Internet
sul sito Ttristico della Città.
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