Il
lago di Bolsena
di
Renzo Montagnoli
In
Italia i laghi più estesi sono tutti al nord e, quasi tutti,
sono di origine glaciale; nel resto del nostro paese i bacini
lacustri sono presenze sporadiche e di modesta entità nel
Mezzogiorno, mentre più frequenti si trovano in Umbria e nel
Lazio, con quelli di quest’ultima regione che sono di origine
vulcanica, nel senso che occupano il cratere di un vulcano spento.
Non vantano grandi superfici, ma alcuni hanno una dimensione non
disprezzabile, come quello di Bolsena che con i suoi 113 Kmq. è
di poco inferiore all’umbro Trasimeno. Ed è appunto di
questo che ora vado a parlare. Sito nella parte settentrionale del
Lazio, in provincia di Viterbo, pare si sia formato oltre
trecentomila anni fa in conseguenza del collasso della caldera di
alcuni vulcani dei monti Volsini. Nella sua origine è il più
grande in Europa, con una forma quasi rotonda, due isole, e un fiume
emissario e un bacino idrografico di ben 273 Kmq. A ulteriore
testimonianza delle sue origini vulcaniche ha spiagge con sabbia di
colore nero riveniente dalla disgregazione delle rocce vulcaniche. Le
coste sono in genere basse, interrotte da piccole penisole e con
pochi promontori (il Monte Bisenzio, la Punta San Bernardino, la
penisola di Capodimonte e la Punta di Sant’Antonio). Proprio
per questo motivo gli insediamenti urbani sono stati facilitati e
sorgono numerose strutture turistiche e balneari.
Fin
dalla preistoria le coste del lago e le sue isole (Bisentina di 0,17
Kmq. E Martana di 0,10 Kmq.) furono abitate; erano villaggi
palafitticoli e quindi nei pressi delle rive, ma non sulle stesse; in
epoca etrusca assunse una grande importanza e sulle sue sponde
sorsero quattro città: Visentum (l’odierna Bisenzio),
Civita di Grotte di Castro, Cornossa e Bolsena, porto dell’importante
urbe di Volsinii. In epoca romana, distrutta Volsinii, la popolazione
fu trasferita a Bolsena, che prese il nome di Volsinii Novi; è
in epoca tardo imperiale che avvenne il martirio di Santa Cristina
che sarà poi proclamata patrona del lago.
Al
riguardo è noto il cosiddetto Miracolo di Santa Cristina, la
cui storia ho tratto pari pari dal sito Basilica S. Cristina –
Santuario del Miracolo Eucaristico.
“In
un giorno imprecisato dell'anno 1263 (o 1264), forse nella tarda
estate, giunse al santuario un sacerdote teutonico, al quale più
tardi la tradizione attribuì un nome, Pietro, e una città
d'origine, Praga. Sempre secondo la tradizione, Pietro aveva
intrapreso il lungo e disagevole pellegrinaggio per sentirsi
fortificato nelle verità di fede che in quel momento mettevano
in crisi la sua identità di sacerdote, fra tutte la presenza
reale di Cristo nell'eucaristia. Nell'animo di Pietro il ricordo
della martire Cristina, la cui fortezza non aveva vacillato di fronte
al martirio, aprì uno spiraglio. Dopo aver venerato
devotamente la tomba della santa, in quel luogo celebrò
l'eucaristia. Di nuovo i suoi dubbi cominciarono a turbargli la mente
e il cuore; pregò intensamente la santa perché
intercedesse presso Dio di donargli quella forza, quella certezza
nella fede che l'avevano distinta nella prova estrema. Al
momento della consacrazione, mentre teneva l'ostia sopra il calice,
pronunciate le parole rituali, questa apparve visibilmente arrossata
di sangue che copiosamente stillava bagnando il corporale. Al
sacerdote mancò la forza di continuare il rito; pieno di
confusione e di gioia, avvolse le specie eucaristiche nel corporale e
si portò in sagrestia. Durante il percorso alcune gocce di
sangue caddero anche sui marmi del pavimento e dei gradini
dell'altare.
Ripresosi
Pietro dallo sbigottimento, accompagnato dai canonici di Santa
Cristina e dai testimoni del prodigio, si recò nella vicina
Orvieto dove temporaneamente soggiornava con la sua corte papa
Urbano IV, al quale confessò il suo dubbio chiedendo il
perdono e l'assoluzione. Il sommo pontefice inviò subito a
Bolsena, Giacomo, vescovo di Orvieto, accompagnato, secondo la
leggenda, dai teologi Tommaso d'Aquino e Bonaventura da Bagnoregio,
per verificare il fatto e portare fino a lui le reliquie. Al ponte di
Rio Chiaro, oggi ponte del Sole, avvenne l'incontro tra il vescovo,
che tornava da Bolsena con le reliquie del miracolo, e il papa che,
con il clero orvietano, i dignitari della sua corte e una grande
folla agitante rami di ulivo, gli si era processionalmente recato
incontro. Genuflesso, Urbano IV ricevette l'ostia e i lini intrisi di
sangue, e li recò, tra la commozione e l'esultanza di tutti,
nella cattedrale orvietana di Santa Maria, e dopo averli mostrati al
popolò, li pose nel sacrario. Del prete teutonico non si seppe
più nulla.
Nello
stesso tempo, durante la permanenza di Urbano IV a Orvieto, venne
istituita dal pontefice la solennità del Corpus Domini con la
bolla Transiturus de Hoc Mundo, l'11 agosto 1264 per il patriarcato
di Gerusalemme e l'8 settembre per la chiesa universale, e fu
affidato a Tommaso d'Aquino il compito di stendere officiatura e
messa per la nuova festività, stabilendo che questa venisse
celebrata il giovedì dopo l'ottava di Pentecoste. È lo
stesso Urbano IV a dirci che in Orvieto con tutti gli arcivescovi e
vescovi e gli altri prelati delle chiese dimoranti nella sede
apostolica, abbiamo solennizzato la detta festa, per offrire un
salutare esempio ai presenti e ai lontani che avrebbero sentito
parlare della celebrità di questo grande giorno.”.
Nel
Medioevo fu teatro di scorrerie di Longobardi e Saraceni, nonché
di guerre fra Bolsena e i comuni limitrofi, tutti eventi che ne
determinarono la decadenza. Con il ritorno a Roma del trono
pontificio si ha un lungo periodo di quiete che consente una ripresa
economica e dei traffici. Sarà solo nel 1871 che l’area
del lago entrerà a far parte del Regno d’Italia, ma i
primi anni non saranno sereni perché la zona verrà
caratterizzata dal brigantaggio, debellato il quale iniziò una
fase di progressiva, lenta, ma costante, crescita.
L’aspetto
turistico è saliente, perché hotel e campeggi sono in
funzione della balneazione, ma sarebbe riduttivo considerare
interessante una visita solo per fare un bagno o prendere un po’
di sole, perché di cose da vedere ce ne sono non poche e anche
di interessanti. Al riguardo un piccolo excursus su quelle che
considero più che raccomandabili:
-
la rocca Monaldeschi della Cervara a Capodimonte, eretta fra il XIII
e il XXIV secolo dagli Orvietani, passò poi alla famiglia
Monaldeschi; al suo interno c’è il museo territoriale di
Bolsena, importantissimo per comprendere come Bolsena nei secoli si
sia adattata alle variazioni territoriali;
-
Marta è una piccola cittadina sul lago con un grazioso porto,
tutto da scoprire;
-
a Bolsena la basilica di Santa Cristina e le sue catacombe;
-
a Montefiascone la Rocca dei Papi;
-
a Capodimonte la Rocca Farnese;
-
a Gradoli il Palazzo Farnese;
-
a Grotte di Castro le “Cento camere”, grandiosa necropoli
etrusca.
Fra
un bagno e l’altro, quindi, è possibile visitare i
numerosi centri rivieraschi non trascurando una puntata anche ad
alcune città limitrofe, come le splendide Civita di Bagnoregio
e Orvieto.
Le
strutture ricettive sono adeguate e quindi non è un problema
il soggiorno, tranne nei periodi di punta; in zona poi i ristoranti
sono numerosi e la ristorazione è eccellente, come pure i
vini, alcuni dei quali notissimi come l’est est est di
Montefiascone e l’Orvieto.
Come
arrivare
Il
lago di Bolsena dista circa 40 km dalle coste del mar Tirreno, 50 km
dal monte
Amiata
e poco più di 100 km da Roma. Il lago è facilmente
raggiungibile in auto attraverso l’autostrada del Sole A1,
dalla SP lago di Bolsena e dalla strada statale Aurelia
SS1
e dalla statale Cassia
SS 2.
Per chi preferisce viaggiare con i mezzi pubblici, il bacino
vulcanico è raggiungibile con il treno facendo scalo a
Orvieto,
Viterbo e Zepponami per
poi proseguire con l’autobus. L’aeroporto più
vicino è quello di Roma Fiumicino che dista circa 125 km,
mentre il porto più importante nella zona dista 60 km e si
trova a Civitavecchia.
Fonti:
wikipedia;
Lago
di Bolsena;
Lazio
nascosto;
Basilica
S. Cristina – Santuario del Miracolo Eucaristico.
Le
fotografie a corredo dell’articolo sono state reperite in
diversi siti Internet.
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