Castel
Thun
di Renzo
Montagnoli
La valle in cui scorre il fiume Adige è
sempre stata il percorso obbligato per per i traffici
fra il Nord dell'Europa e l'Italia; in epoche passate si trattava di una strada
appenna accennata, bianca di polvere in estate e dello stesso colore nell'inverno
quando nevicava; comunque, indipendentemente dalle stagioni, era molto
trafficata, così come oggi, per quanto si disponga ora di una statale ben
asfaltata affiancata da una bell'autostrada e in mezzo alle due di una linea
ferroviaria su cui corrono treni che trasportano per lo più merci.
Come possibile comprendere questa valle
ha sempre avuto una notevole importanza strategica e ciò spiega la presenza di
numerosi castelle e rocche fortificate, sovente appollaiati
su speroni di roccia per interdire passaggi indesiderati. La presenza di queste
opere di difesa non è limitata al solo percorso principale, ma spesso si
estende a valli laterali e intersecanti e ciò spiega l'esistenza di castelli
come quello di Stenico o anche, benchè un po' più defilato, dei Thun. Ed è di
quest'ultimo che intendo parlare, iniziando con un breve profilo storico.
La costruzione risale alla metà del
XIII secolo per opera della famiglia Tono e all'inizio si chiamò Castel
Belvesino, dal nome del colle su cui fu eretto. In seguito, allorchè i
proprietari germanizzarono il loro cognome, il castello ne assunse il nome, per
l'appunto Castel Thun. Questa famiglia di nobili era una delle più potenti
della regione, tanto da estendere il dominio all'intero territorio delle valli
del fiume Noce. Come sempre capita si divise in numerosi rami, uno dei quali si
trasferì in Boemia, dove nel 1629 ottenne, per l'intero casato, il predicato di
Thun-Hohenstein e il titolo di conti
dell'impero.
Nonostante la natura di fortezza, per
quanto ci è dato di sapere non fu mai soggetta ad assedi, ma fu più volte
danneggiata da incendi, che comportarono parziali ricostruzioni, in stili tra
loro diversi.
La struttura militare resta comunque
imponente, è tipicamente gotica ed è costituita da un palazzo patrizio
circondato da un vasto e complesso sistema di fortificazioni, che comprendono
torri, bastioni, un fossato e un cammino di ronda.
Considerato l'insieme e tenuto conto
dell'epoca medioevale si può affermare, senza ombra di dubbio, che questa fortezza
era pressochè impossibile da conquistare.
Del resto, la posizione elevata sulla
valle di Non, non solo consentiva di controllarla, ma rendeva arduo anche
l'avvicinamento al baluardo, stante la presenza di numerosi contrafforti
naturali.
Nel 1926 Castel Thun passò di proprietà
al ramo di Boemia e da questo alla provincia di Trento nel 1992.
Si avviarono lunghi e complessi lavori
di restauro che, ultimati dopo diversi anni, portarono all'apertura al pubblico
solo dal 17 aprile 2010.
E' curioso rilevare che il castello si
trova nella frazione Vigo del comune di Ton che, a differenza degli antichi
proprietari, non si germanizzò.
Oltre alle opere murarie, di grande
bellezza, un ulteriore motivo di attrazione è costituito dagli arredi,
sapientemente disposti nelle varie camere e che danno un'idea della vita in un
maniero dal medioevo fino alla metà del secolo scorso, un veloce viaggio nella
storia, fra tavoli, letti, dipinti, vasellame, oggetti che richiamano
l'attenzione del visitatore che, con un po' di fantasia, si immerge così nelle
diverse epoche. Fra tanto pregio e bellezza spicca la famosa stanza del vescovo, interamente
rivestita di legno di cirmolo, con il soffitto a cassettoni e una porta a dir
poco, monumentale, abitata dal principe-Vescovo Sigismondo Alfonso Thun.
Camera dopo camera, come ci si immerge
in un'epoca, se ne esce rapidamente per approdare alla successiva. Eccò, lì su
un tavolo c'è un liuto e non è difficile immaginare una piccola corte riunita
per ascoltare qualche cantore, al fuoco di un immenso camino che fatica a
riscaldare un ambiente troppo vasto; si esce, si va in altre stanze, e ora c'è
una bella sala con un pianoforte e dei ritratti di ufficiali asburgici e di
nobili signore nelle loro vesti da gala che sembrano muoversi, uscire dalle tele
per congiungersi in una danza sulle note di un bel valzer viennese.
Si va ancora per scale alla scoperta di
nuovi locali, come la cucina, così diversa dalle nostre, ma non per questo meno
pratica, poi ci si imbatte in una sala delle armi che espone alcuni rari
reperti.
Ma già il percorrere il cammino di
ronda, con la vista stupenda sulla valle di Non, ripaga delle fatiche della
visita, per quanto non manchi un punto di ristoro, all'interno della cinta
muraria, dove si può pranzare a un prezzo non esorbitante, scegliendo in un
menù che privilegia la cucina veloce, senza che tuttavia il gusto venga troppo
penalizzato.
La visita del palazzo richiede
all'incirca un'ora per chi ha gambe buone e ha recuperato la fatica del
percorso per accedere al castello, e in questo senso ragguaglio di seguito
sull'itinerario per raggiungere questa autentica meraviglia.
Normalmente si esce al Casello di San
Michele all'Adige dell'autostrada A22 del Brennero, si prende la statale 43
della Val di Non, fino alle indicazioni appunto del castello. La strada, prima
ampia e abbastanza veloce, si inerpica lungo la montagna, restringendosi poco a
poco, soprattutto dopo la frazione di Vigo di Ton. Si passa in mezzo ai meleti
su quello che un tempo era un viottolo di campagna e, a parte l'asfaltatura,
tale è rimasto. Sono un paio di chilometri in cui è difficile l'incrocio con un
altro veicolo, impossibile addirittura qualora ci si imbatta in uno dei
numerosi autobus di turisti. C'è da dire, però, che ogni tanto si trovano degli
slarghi, piccoli, ma sufficienti per ospitare un'auto,
e che in fondo ci si accorge per tempo di un altro veicolo da incrociare,
essendo la strada pressochè rettilinea.
Alla fine del percorso c'è un grande
parcheggio, da cui partire per la salita, vera e propria, al castello; è un po'
ripida, ma per fortuna breve e arrivati in cima non si
saprà dove guardare: se a sinistra con l'idilliaca visione della val di Non, o
a destra, con queste mura possenti che quasi intimoriscono.
Si entra dalla porta del ponte levatoio
e si trova quasi subito a sinistra la biglietteria; l'ingresso costa 6 Euro,
poi ci sono riduzioni per l'età e per i gruppi.
Di seguito si vedano gli orari e i
periodi di apertura:
periodo
invernale apertura 9.30 - 17.00
periodo estivo apertura 10.00 - 18.00
aperto il 26 dicembre e il 6 gennaio
Possibilità
di variazione tariffe ed orari per mostre temporanee.
Fotografie e riprese video per uso editoriale pubblicitario e commerciale
sono consentite solo previa autorizzazione.
Ad ogni
buon conto fate riferimento a questo sito:
www.buonconsiglio.it/index.php/it/Castel-Thun
E se dopo aver tanto scarpinato avete
voglia ancora di visitare la bella val di Non, riprendete l'auto e dirigetevi
verso la Val di Sole fino a San Zeno, da cui parte un'escursione di grande
fascino: la visita al Santuario di San Romedio, oggetto di un mio prossimo articolo.
Note:
- le
fotografie che seguono sono, in ordine dall'alto al basso, una panoramica del
castello, la porta d'accesso, il cammino di ronda, una sala del palazzo e la
stanza del vescovo;
- sempre
dall'alto in basso la prima, la seconda, la quinta sono state reperite sul web,
la terza e la quarta sono state scattate da me.