E' così che nasce una poesia? Le
esperienze della vita, trasformate da ricordi rubati a proprietà indiscussa,
parte di noi al punto di non essere più memoria, sono immerse nel substrato
intimo e sembrano essere sempre state lì, da tempo
immemore, da quando per la prima volta
ci affacciammo sul mondo.
Come si genera la
poesia
di Rainer
Maria Rilke
Per un solo verso si devono vedere molte città,
uomini e cose, si devono conoscere gli animali,
si deve sentire come gli
uccelli volano,
e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al
mattino.
Si deve poter ripensare a sentieri in regioni
sconosciute,
a incontri inaspettati
e a separazioni che si videro venire da lontano,
a giorni d'infanzia che sono ancora inesplicati,
ai genitori che eravamo costretti a mortificare
quando ci porgevano una gioia e non la capivamo,
a malattie dell'infanzia che cominciavano in modo
così strano
con tante trasformazioni così profonde e gravi,
a giorni in camere silenziose, raccolte,
e a mattine sul mare, al mare, a mari, a notti di viaggio
che passavano alte rumoreggianti e volavano con
tutte le stelle,
e non basta ancora poter pensare a tutto ciò.
Si devono avere ricordi di molte notti d'amore,
nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti,
e di lievi, bianche puerpere addormentate che si
schiudono.
Ma anche presso i moribondi si deve essere stati,
si deve essere rimasti presso i morti
nella camera con la finestra aperta
e i rumori che giungono a folate.
E anche avere ricordi non
basta.
Si deve poterli dimenticare, quando sono molti,
e si deve avere la grande pazienza di aspettare che
ritornino.
Poiché i ricordi di per se
stessi ancora non sono.
Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e
gesto,
senza nome e non più scindibili da noi,
solo allora può darsi che in una rarissima ora
sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di
un verso.