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  Letteratura  »  La signora delle tenebre, di Salvo Zappulla 28/04/2011
 

La signora delle tenebre.

Un incontro (al buio) con Simonetta Santamaria

 

di Salvo Zappulla

 

 

 

Simonetta Santamaria è una che la notte non dorme dentro un  lettuccio caldo ma se ne va in giro nei cimiteri in cerca dell'ispirazione giusta per i suoi libri. Nella  voliera non alleva fringuelli e canarini ma pipistrelli. In cantina, nelle botti di rovere, non vino buono ma sangue fresco di fanciulli sacrificati nell'ultimo rito sabbatico.  Se vi invita a cena,  non regalatele rose ma crisantemi. E diffidate,  potreste essere voi la cena. Non fatela mai sorridere perché vi mostra subito i canini. Il macabro è l'essenza della sua vita, il nero il suo colore preferito. Tutto ciò che ai comuni mortali suscita orrore, per lei è manna caduta dal cielo. Dopo il suo ultimo romanzo “Dove il silenzio muore”  che ha riscosso entusiastici consensi dalla critica, tanto da farle meritare l'appellativo di Stephen King partenopea, si è ripresentata al suo pubblico con un saggio sui vampiri (edizioni Gremese,  pagg.102, €. 19,50),  un libro dalla grafica accattivante, carta patinata di gran lusso, corredato da numerose illustrazioni. Il volume descrive in modo approfondito e dettagliato l'evoluzione che le più amate e temute creature delle tenebre hanno avuto nel tempo, soffermandosi in particolare sul ruolo da esse svolto nel mito e nel folklore mondiale, nella letteratura e nel cinema. Dal tenebroso conte Dracula al deforme Nosferatu, dal cinico Lestat de Lioncourt di “Intervista col vampiro” al "morale" Edward Cullen della recente saga di Twilight.  I vampiri esistono? Come nascono, dove vivono e in quante tipologie si suddividono? Quali sono le loro origini e perché esercitano ancora tanto fascino? Nel libro vengono  presentate le caratteristiche fisiche e comportamentali dei più famosi vampiri entrati nell'immaginario collettivo. Non manca, inoltre, la descrizione dei metodi più efficaci per tenere alla larga queste creature o addirittura per ucciderle, qualora si volesse intraprendere la carriera di vampire slayer. Una  ricerca storiografica quella di Simonetta Santamaria molto puntigliosa  che percorre tutte le epoche  a ritroso, fino elle origini del mito attribuito  ai Sumeri. Non mancano inoltre gustosissime ricette per la carne…al sangue naturalmente.

 

Simonetta è  siciliana di adozione, ha comprato casa nei pressi di San Vito lo Capo, nel trapanese, tutti gli anni viene a trascorrere le vacanze qui, in Sicilia. Si dice che non ci sia gatto nero che le attraversi la strada senza che vada a finire regolarmente sotto le ruote di una macchina. Si dice che al suo passaggio gli alberi perdano le foglie; che basti un suo schioccar di dita per provocare lampi e tuoni. Quante cose si dicono in questa terra piena di superstizioni. In ogni caso preferisco intervistarla per telefono.                                                                                      

                                

       

Simonetta, da dove nasce la tua passione per l'horror?

- Da un'insana fantasia macabra, potrei dire, tanto per rispondere a tutti quelli che credono ancora che il genere horror sia anni luce da loro. Ma siccome ritengo la mia fantasia sanissima e la Paura un sentimento salvifico e molto più vicino a noi di quanto superficialmente si creda, allora ti dirò che affonda le radici nel profondo della mia infanzia, quando leggevo Salgari e Verne ed ero affascinata dalla morte e dal mistero che la circonda. Non tanto i suoi mostri, le icone dell'horror che tutti conosciamo e che ne limitano, per certi versi, l'espansione, ma soprattutto quotidianità e soprannaturale. E poi mi divertivo a terrorizzare le mie amiche raccontando storie di fantasmi a lume di candela: ancora oggi me lo rinfacciano.

 

 

Nel tuo  saggio “Vampiri – da Dracula a Twilight”, pubblicato con Gremese,  una serissima ricerca storiografica che ripercorre il fenomeno vampiri nel tempo, confrontandoli nelle varie epoche, affronti molteplici tematiche e ho trovato notizie e aneddoti che mi hanno stupito. Come mai questa figura continua ad esercitare sempre un certo fascino?

- Più che serissima direi una ricca ricerca. Lungi da me l'idea di scrivere un saggio dal piglio austero ed erudito: io volevo solo servire ai lettori su un bel piatto una serie di notizie, curiose e non, sul mondo dei vampiri. Perché vampiro non significa solo Dracula e, men che meno, Twilight. I motivi del loro fascino sempiterno potrebbero essere tanti. Semplificando potremmo dire che il vampiro continua a rappresentare un canale dimensionale tra noi e l'aldilà, una recondita speranza che la morte potrebbe essere sconfitta. E poi, ora che li hanno fatti pure belli, ricchi e coscienziosi, la prospettiva di essere vampirizzati si fa molto invitante, anche per la sottoscritta. Il povero Nosferatu è un pallido ricordo, ormai.

 

 

Gli autori stranieri che si occupano di vampiri spopolano, penso alla saga Twilight della Meyer e a Stephen King. In Italia come siamo messi?

- Non possiamo competere, nonostante la presenza di ottimi – e ribadisco ottimi – autori di horror. Non possiamo competere perché qui non c'è la cultura della creazione del fenomeno. L'estero sa creare fenomeni come Hollywood sa creare kolossal: dietro un autore c'è una solida operazione di marketing, un supporto a 360 gradi che rende l'operazione infallibile. Qui in Italia si combatte da soli, non s'investe sull'autore di casa, di conseguenza possiamo solo vivere di miracoli importati, calpestare scie di comete di passaggio come pecore appresso al pastore. Un esempio: a fine maggio sono stata invitata a Roma a parlare di Vampiri alla prima convention italiana dei fans di Twilight: alla presenza di alcuni degli attori della saga, ci si aspettava almeno un migliaio di persone e invece erano un centinaio: se però ci fosse stato Robert Pattinson allora avrebbero avuto la fila lungo tutto il raccordo anulare. Perché quello che ho visto e sentito in quella sede mi ha dato conferma di ciò che già temevo: in realtà in Italia non è il fenomeno Twilight, e neppure il fenomeno Edward Cullen il vampiro: qui si tratta miseramente del fenomeno Robert Pattinson (l'attore!), il bellino che fa gemere ragazzine e ragazzotte e perfino donne con sindrome di parapedofilia. Inutile dire che tutte lì erano occupate a star dietro agli attori tra foto e autografi: di sentir parlare di vampiri non gliene fregava niente a (quasi) nessuno.

 

 

Racconta qualcosa che faccia accapponare la pelle ai nostri lettori.

- Perché, quello che ho appena detto non è abbastanza orrido?

 

 

Chi sono i vampiri di oggi nella società in cui viviamo?

- Potrebbe sembrare retorica ma in giro ci sono più vampiri che umani puri. La politica è vampirismo puro. Lo stato, la mafia, la camorra sono vampirismo puro. I potenti sono vampirismo puro. La chiesa è vampirismo puro. E noi, siamo tutti un po' vampiri, oggi. Con i nuovi mezzi di comunicazione di massa possiamo scrutare, spiare le vite altrui e scopiazzarne alcuni tratti, condividere il modo di pensare. E gli scrittori, cosa sono se non vampiri? Noi che assorbiamo le emozioni degli altri, succhiamo situazioni, nomi e cognomi, tratti fisici e li facciamo nostri, li manipoliamo a nostro uso e consumo. Perché ci fanno sopravvivere. Peccato che tutto questo non ci renderà eterni. Non in Italia, almeno.

 

Qual è il tuo rapporto con la Sicilia?

La Sicilia è per me una seconda casa. Ci ho passato lunghe estati dal 1986 a oggi, i miei figli sono cresciuti a pane e panelle e pasta con i tenerumi, cannoli e cassate. Ho una casa nei pressi di una scogliera vicino San Vito lo Capo, sufficientemente lontana dal caos del paese, e proprio quegli scenari hanno ispirato i luoghi del mio romanzo Dove il silenzio muore che poi, per motivi editoriali, è stato "spostato" a Napoli; allora mi sono inventata il Borgo Marina Piccola che ne incarna il meglio, gli spettacolari tramonti, la pace che si respira. Non a caso la villa del romanzo si chiama come il suo alter ego reale: La Silenziosa, un nome che evoca tranquillità  e inquietudine allo stesso tempo, perché di cose strane in casa mia ne sono successe... Ma non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di me.    

 

                                                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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