La
messa vespertina
di
Renzo Montagnoli
Puntuali,
all’ora del vespro,
le
campane chiamavano alla messa
e
allora vecchine in nero infagottate
salivano
la scalinata fino al sagrato.
Era
quel lasso di tempo
in
cui il sole fuggiva dalla valle
giocando
a nascondino con le cime
per
poi andare al suo riposo.
Qualche
ritardataria s’affrettava
e
sul portone del tempio Don Zeffirino
la
incoraggiava ed ecco che con il petto
ansante
finalmente arrivava.
Il
portone si chiudeva e il rito aveva inizio.
Fuori,
il cielo chiazzato di nuvole viola,
pareva
partecipare e solo quando le
ombre
lunghe conquistavano la valle
scendeva
un silenzio in cui le litanie
non
eran che un sussurrato brusio
quasi
un coro a bocche chiuse
che
però lento risaliva i crinali
si
issava con fatica sugli speroni di roccia
scivolava
nei valloni ormai del tutto bui
e
infine, con un ultimo sforzo,
si
fiondava oltre le eterne vette.
Da
Un paese tra i monti
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