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  Poesie  »  Generica  »  Tutto ricordo 20/01/2013
 

Tutto ricordo

di Renzo Montagnoli

 

 

Se chiudo gli occhi

tutto ricordo

tutto riaffiora

dalle brume del tempo.

Un villaggio, quattro case,

un ruscello, il bosco sacro,

sotto un cielo d'inverno

che piangeva fiocchi di neve.

La legna che arde nel camino

il sonno quieto di un bimbo

lei che intreccia la lana.

Ma io dove sono?

Mi cerco e non mi trovo

lo sguardo corre in strada

non ci sono.

S'affrettano gli occhi

oltre il bosco

corrono sul bianco dei prati

valicano ripide cime

e ansanti arrivano là.

Una radura di neve calpestata

esili fuochi

che tremano al vento del nord

ovunque corpi martoriati

ciò che resta di una battaglia

ormai terminata.

Pochi s'aggirano in quella landa

e io non son fra quelli.

Indugia lo sguardo

sui cadaveri dei vinti e dei vincitori

qui un giovane è colto

con la bocca spalancata

in un ultimo ferale stupore

un altro, il capo reclinato sul braccio,

dorme nel suo eterno riposo.

E infine, in un groviglio

di uomini ormai senza vita,

mi specchio in un viso barbuto

in due occhi spalancati

che incrociano i miei.

Nessun dolore

solo la tristezza

che accompagna la coscienza

di un ritorno a casa

che non avverrà.

 

Il bimbo, che non sa d'esser orfano,

dorme tranquillo,

la donna, che ignora d'esser vedova,

intreccia la lana,

io, che so d'esser morto,

li osservo smarrito.

 

 

Da Canti celtici II

 

 
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