La lunga
attesa
di Renzo Montagnoli
Il Checco se ne stava
lì lì per andar via
vecchio com'era
ogni giorno era buono
ma lui resisteva
respirando come un
mantice
e con il poco fiato
gracidava:
Non è ancora l'ora
é inutile che m'attorniate
che il beccamorto
abbia gettato un occhio
a prender le misure
che stia a casa l'arciprete
che ha tanti peccatori da confessare
nella mia vita ho solo lavorato
qualche bestemmia e nulla più
perché poco si mangiava
e tanto invece si faticava.
I nipoti premurosi
s'avvicendavano al
capezzale:
Zitto, nonno, che poi stai male.
E intanto facevano
progetti
già litigando per
l'imminente eredità.
Passò così l'estate
arrivò l'autunno
e il vecchio non
crepava.
Vedrai che col freddo dell'inverno
si deciderà a tirar le cuoia
sussurravano a voce
bassa.
Ma neve freddo e gelo
non lo schiodarono
dal letto
e allora si sperò a
primavera.
Quando il primo sole
fece capolino
diradando il buio
della stanza
Checco lanciò un gran
sospiro
Ci siamo, dissero all'intorno,
ma lui inarcò la schiena
e con un balzo scese
dal letto
gridando a
perdifiato:
Che bella riposata!
Presto, pane e salame
e un bicchiere di quello buono!
Lo fissarono
sbalorditi
e stanchi e
sfiduciati
all'unisono
sbottarono:
Ma va …a quel paese!.
Da Il mio paese