Non è più
tempo d'inverno
di Renzo Montagnoli
Il vecchio, mezzo appisolato,
sussurra di tanto in tanto
un'antica litania
non
è più l'inverno d'una volta
anche
le stagioni l'uomo ha cambiato.
E allor
gli chiedo come fossero
gli inverni del tempo suo migliore
ed è per lui un'occasione
per ripescare fra i ricordi
epoche ormai dimenticate.
C'era
freddo, tanto freddo
che
perfino il Po gelava
e
poi immancabile la neve
non
una spolverata
ma
un turbinio di fiocchi
che
tutto seppelliva.
I
rami si spezzavano
i
poveri tremavano
ma
quella era l'occasione
per
un piccolo guadagno
a
spalar la neve dalle strade.
vestiti
da coperte
le
mani intirizzite
s'accumulava
ai lati
il
candido mantello
e
intanto si pensava
a
quel denaro
che
avrebbe permesso
d'arricchire
il vitto.
Il
vento soffiava sullo stradone
aghi
di ghiaccio foravano le guance
l'inverno
imperversava da padrone
i
bimbi scivolavano sulla crosta
dura
dello stagno
in
giorni di luce fioca e alquanto breve
e
a sera ci si scaldava nella stalla
al
calor di vacche insonnolite
nell'attesa
di quel sonno
fra
lenzuola tanto fredde
che
solo con l'amore le scaldava.
Al
massimo si metteva sotto le coperte
uno
scaldino con le brace del camino.
Ma
tutto intorno c'era freddo
e
al risveglio del mattino
s'era
più gelati della sera.
Ora
l'inverno si è ammalato
sta
sotto gran coperte
da
cui di tanto in tanto
lascia
uscire qualche spiffero gelato
e
qui la gente si dispera
perché
in montagna non si può sciare
e
ormai da tanto tempo non
é
più capace nemmeno di sognare.
Da Lungo
il cammino