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  Poesie  »  Generica  »  Lapidi senza nome 18/06/2016
 

Lapidi senza nome

di Renzo Montagnoli

 

Non c'è di peggio che

in giro per il camposanto

scoprire lapidi senza nome

che il tempo e l'incuria degli uomini

han cancellato.

Non un fiore, nemmeno finto,

a chi per tutti è un anonimo defunto.

Un tempo c'era un vecchietto

che ricordava

a modo suo

con la smemoratezza dell'età.

Li sotto c'è la Gina,

no, forse l'Evaristo.

Credo invece sia Federico.

E avanti con i nomi.

Di una sola era certo

forse aiutato dall'angioletto

scolpito in cima.

E allora si faceva mesto

parlava piano

nel timor di disturbare.

C'è la Clelia,

quattro anni aveva,

bella come una Madonna,

ma la spagnola se l'è portata via.

Ecco il perché dell'angioletto,

un'innocenza che fu mai scalfita.

 

Ci son tornato qualche giorno fa

ma non l'ho trovata.

In quell'angolo di campo

han costruito delle colombaie

un condominio silenzioso

per chi non può parlare.

Clelia lassù forse ci guarda

e si chiede come una società possa vivere

senza memoria dei suoi morti.

 

Da Il mio paese

 

 

 
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