La
vecchia sveglia
di
Renzo Montagnoli
L’ho
trovata
rovistando
nella cassapanca
m’è
arrivata in mano
senza
che la cercassi
ed
è stata una sorpresa
la
vecchia sveglia della nonna.
Panciuta,
con le orecchie a sventola,
dopo
chissà quanti anni di lavoro
è
stata a lungo a riposare.
Ma
ora voglio che ritorni in gran forma
che
il mio tempo provveda a misurare
sul
comodino accanto al letto,
a
risvegliarmi alla mattina
con
il suo trillo petulante.
Con
la chiavetta provo a girar la molla
e
in uno sferragliare di rotelle arrugginite
borbotta,
ronfa, par che con voce un po’ alterata
mandi
fuori i secondi, a spingere i pacioccosi minuti
e
questi a invitar le ore all’inizio della danza.
E
un attimo di vita, di un meccanismo
che
si risveglia da un lungo sonno,
ma
poi s’ode un suono un po’ sgraziato
di
metallo che si tende e poi si spezza.
E’
l’ultimo rumore,
poi
tutto tace,
la
vecchia sveglia se n’é proprio andata
ritorna
mesta fra le cose vecchie
rientra
fra i ricordi
donde
era venuta.
Da
Lungo il cammino
|