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  Poesie  »  Generica  »  Neve 13/12/2018
 
Neve

di Renzo Montagnoli



Quand’ero bambino sognavo la neve

nei giorni d’autunno che andava a finire

guardavo su in cielo quel grigio uniforme

sperando di scorgere bianche farfalle

pronte a cadere sopra ogni cosa.

Mai quel sognare ebbe riscontro

e invece accadeva più avanti nei giorni

magari a Natale o anche più tardi

che al risveglio al mattino udissi

suoni ovattati, forse vicini

ma che parevan lontani.

Era il segnale,

scendevo dal letto

andavo alla finestra per goder

lo stupore del bianco uniforme

dei fiocchi che svolazzavan nell’aria

pronti a posarsi perfino sui fili

e io tornavo a sognare così

che le case e le strade si dissolvevan

nel nulla e prima sfocata e poi sempre

più nitida vedevo una steppa

da renne solcata, abetaie ricamate d’argento,

torrenti ghiacciati in cui riflettere il viso.

Era tutto un mondo diverso una vera magia

che la mente creava a mio piacimento

ma ogni sogno non dura in eterno

e la mamma o il babbo che mi chiamavano

mi strappavano da quel limbo di pace

e il paesaggio cambiava con di nuovo le case

e le strade dove la neve inquinata

aveva il colore del grigio del cielo.

Restava il ricordo di quel bianco

da tanto tempo agognato

e ogni tanto tornava nei giorni del gelo

per sfumare sempre più in una tenue

e fugace sensazione al primo tepore del sole

all’annuncio dell’imminente arrivo

di quella primavera che in tripudio

di colori l’inverno caccia via.


Da Lungo il cammino

 
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