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  Poesie  »  Generica  »  Sogno d’inverno 03/01/2023
 
Sogno d’inverno

di Renzo Montagnoli



Allo spirare della tramontana

fu dolce raccogliersi intorno

al fuoco e nella poca luce,

nel buio chiazzato dalle fiamme,


mi assalì un languore, un senso

di pace che Morfeo sussurrava

e così le mie orecchie ascoltarono

una nenia d’un coro a bocche chiuse.


Fu allora che calarono le palpebre

ed entrai in un mondo diverso.

Su un carro d’argento un vecchio

di gelo vestito correva per la landa deserta,


incitava due cavalli di neve

che volavano sul bosco di larici,

arrivava al villaggio e a ogni capanna

bussava, ma nessuno gli apriva.


Solo io mi affacciai sulla soglia

e lui mi disse “Vieni, è l’ora.”

E mi prese sul carro, volammo di nuovo

sulla pianura ghiacciata, salimmo sempre


più in alto fino a toccar le nubi,

poi precipitammo verso terra e planando

arrivammo al villaggio, davanti a casa.

Rientra, dai un saluto, l’ultimo.”


Fu allora che mi svegliai, il fuoco crepitava,

mia moglie accanto a me sognava,

i bimbi dormivano beati, mi prese una gioia

di vivere quale mai per me era stata.


Allungai una mano, le carezzai il viso,

la strinsi a me, fummo un unico fiato.


Bussarono alla porta, esitai ad aprire,

nel buio della notte un vecchio vestito di gelo


su un carro d’argento con due cavalli di neve

era là silenzioso che m’attendeva.


Da Canti celtici




 
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