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  Poesie  »  Generica  »  Nazione indiana 07/02/2008
 

Nazione indiana

di Renzo Montagnoli

 

Scendevano possenti

i crini al vento

un rombo di tuono

nel verde fresco di pioggia.

Amici dei giorni di gioventù,

cibo e vestiti più in là,

questi erano i nostri tatanka.

Liberi nella libertà del cielo,

liberi come noi,

soli a calpestare questa terra.

Erano tempi sereni

in cui cantare il levar del sole

correre nel vento della prateria

ascoltare la sera dai vecchi

le saghe di epoche trascorse.

Allora sentivi lo spirito

sempre al tuo fianco

un respiro sommesso

il gorgoglio della fonte

il fruscio dell'erba sotto i piedi.

Questa era la felicità

che ignoravamo

tanto era nei nostri giorni.

Il tempo non esisteva

solo le stagioni

davano la misura

di quanto il mondo cambiasse

ritornando poi sempre uguale.

Ma un giorno vennero uomini

con gli occhi chiari e con pallidi visi

dall'immenso lago che ferma la terra

e tutto non fu più quello.

Nel ricordo di questi occhi stanchi

sono le grida delle donne violate

i pianti degli inermi fanciulli scannati

i prodi guerrieri immoti nell'erba

un solco di sangue vermiglio

fra il nostro mondo e

quello di sconosciuti barbari.

Portarono la civiltà dell'orrore

sterminarono i bisonti

violarono anche la natura.

E a noi pochi rimasti

diedero un fazzoletto di terra

per seppellirci con i nostri morti.

Non più corse nel verde

non più canti all'alba

non più uomini liberi.

Restò solo il sogno

di un paradiso perduto

di una nazione indiana

che da tanto non c'è più.

Ora il tempo non passa mai

stranieri in patria

schiavi in casa propria

e solo all'imbrunire

rivolto all'occidente in fiamme

ritrovo nel respiro della sera

che lentamente si avvicina

lo spirito che ci aveva abbandonato.

Ieri mi è parso di udir la sua voce

nel mormorio del vento,

o forse era questa mia vecchia mente

che lentamente va spegnendosi

in sogni che mascherano l'atroce realtà.

Mi ha detto solo:

è la legge del più forte

e un giorno pure l'uomo bianco

la conoscerà.

Nulla che possa lenire

il dolore per la perdita

della propria identità.

 

 

 

 

 

 

 
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