Era
un giorno qualunque,
d'estate ardente e soffocante,
fra una lontana eco di festa campestre
e il monotono silenzio del meriggio assolato;
era uno dei tanti, tutti uguali,
ore incessanti di torpore sbiadito,
di sogni appena abbozzati
e subito rinchiusi nella mente inaridita;
era la quotidiana follia di una solitudine
senza speranza, senza pił dolore,
di una rassegnazione stanca,
di un uomo che aveva dimenticato se stesso.