Insonnia
di Renzo Montagnoli
Fra lenzuola
sudate
l'inutile
ricerca
di ore
di sonno
di
quel non pensare
che
aiuta anche a vivere.
Ma batte la pendola
le ore
e
ancora gli occhi stanchi
guardano
il buio
indovinano forme.
E allora lenta
riappari
diafana
immagine
ombra
e penombra
torni
da me
esci
dalle tenebre dell'Ade
le
braccia aperte
il
viso muto
lo
sguardo malinconico
venato
da un pudico sorriso.
Così eri e
così sempre ti vedrò
anche
ora che incedi verso me.
Ecco il tuo
volto s'avvicina
alzo
la mano per una carezza
che
scivola nel vuoto.
Stringo il
pugno
e
allora vedo
il mio
indice scorrere sul viso
sento
il fremito che ti attraversa
che si
trasmette a me
intenso
e lieve
immenso
e fugace.
Ma ormai
scendono lacrime
che mi
rigano le gote
e tu
veloce ti allontani
lesta
svanisci
ritorni
al mondo tuo
prima che il
gallo canti
e
l'alba grigia spezzi
i
sogni ad occhi aperti.
(Da Canti celtici II)