Anima persa
di Renzo Montagnoli
Nel buio
l'avverto
che
gira all'intorno
senza
trovare rifugio.
Nel sonno mi
parla
con
voce affranta.
“Vago nel mondo
senza
mai pace
vittima
del mondo
che
non sa perdonare.
Ero fanciulla
al
suo primo amore
ingenua
illusa
cedetti
alla carne
e in grembo trovai
il
frutto di un momento
di
folle passione.
Lui non mi volle
gli
altri nemmeno
e neppure le lacrime
sciolsero
i cuori
così che reietta
da
tutti fuggita
un
giorno mi tolsi la vita.
Mi affidai alle acque
limacciose
del fiume
le
uniche che m'accolsero
in
un abbraccio ferale.
Da allora vago senza speranza
senza
che un tronco mi ospiti
anima
persa dannata per sempre.”
E se il
singhiozzo chiude il racconto
il suo
silenzio mi sembra un'accusa
perché
di tutti sono il più reo
perché
fra tutti fui l'unico
a
coglier quel fiore
e a
gettarlo alle ortiche
senza
più amore e nemmeno pietà.
Resta il
rimorso solo con me
e in
esso rivive quell'anima persa
sì che
anch'io mi trovo smarrito
in un
labirinto di incubi
che
illuminano la notte
e
rabbuiano il giorno.
(da Canti Celtici II)