Quel che resta
di Renzo Montagnoli
Neri cavalli
scendevan la china,
uomini in arme
sui dorsi,
ombre
stagliate contro la luna.
Fantasmi
tornati a vegliare
su pietre
cancellate dal tempo,
sepolte da
edere serpeggianti
e dall'oblio
di genti dimentiche
di un passato
ormai lontano.
S'accompagna
l'eco del fragore
di cento e più
battaglie,
fra nitriti
impazziti
e gemiti di
moribondi,
terra zuppa di
sangue ormai sbiadito.
Di ossa non
resta che polvere,
una sottile
nebbia che s'accompagna
alle umide
brume, pietose,
a nasconder
scheletriche mani
che si fan
strada fra le zolle di brughiera,
a ghermire la
fioca luce della luna.
Nell'alba che
giunge lenta
spariscono le
immagini
nel risveglio
da un sogno
che
s'inaridisce nell'accecante luce
di un giorno
piatto di sensi,
avaro dei
desideri della notte.
(da Canti celtici – Edizioni
Il Foglio Letterario,
2007)