L'amore
di Renzo Montagnoli
Lenta veniva
lungo il sentiero
e i
fiori di campo chinavano il capo
al suo
passaggio di ninfa terrena.
Più
s'appressava meno vedevo
i
colori del cielo e dell'erba
solo
notavo l'incedere flessuoso
del
suo corpo ancora acerbo.
Andava con gli
occhi bassi
ma nel
passarmi accanto
sollevò
lo sguardo
incontrando il mio
e fu
come se all'improvviso
la
primavera piombasse
sul
nostro lungo inverno
a
cacciare dal corpo
il
freddo di giorni di solitudine
ad
avvamparmi dentro
un
fuoco che non brucia
ad
accelerare i battiti del cuore.
Già era
passata e i miei occhi
scintillanti la seguivano
incerti
fra l'ondeggiare
armonico
delle anche
e il
candido collo
che
adornava una testa
dai
lunghi crini dorati.
La guardai
fino alla curva del sentiero,
là
dove piega a destra
ed
entra nel bosco del villaggio.
Or la vedevo
con la mente
immaginavo il suo passaggio
fra le
foglie garrule al vento
e poi
il guado del torrente
e
infine la casa sua che l'attendeva.
Fu solo quasi
un momento
pochi
istanti di tempo
per
aprire uno squarcio dentro di me
per
gioire e soffrire
per
sperare e patire.
Fu allora che
seppi
che
cos'era l'amore:
un
lampo di luce
imprigionato nel cuore.
(da
Canti celtici II)