Ritorno a casa
di Renzo Montagnoli
Gią con l'albe brumose
e lo
stillicidio dei giorni
gravidi
di pioggia
s'annuncia
la fine
di una
stagione
dai
primi timidi tepori
all'arsura
acre
di
cieli assolati.
Scendiamo,
io e
il mio gregge,
per
gli antichi sentieri,
lasciamo
i monti
con le
cime di fresco
incappucciate,
torniamo
al calore
della
casa che da lungo
ci
attende.
Un vento
gelido
sferza
gli alberi
dalle
foglie accartocciate
mentre
altre a terra
giacciono immote
fradice
d'acqua
natura morta
in
olezzo di putrefazione.
Conto i passi
e gli anni
e
sempre tanti sono
mentre
la gioia del ritorno
non
attutisce pił la fatica
di un
corpo ormai
consunto
dall'etą.
Laggił,
in fondo alla
valle,
m'attende
la casa,
con il
fuoco scoppiettante,
il
calore del rifugio familiare.
Lą forse mi
coglierą
la
fine di tutti i giorni
ma
come vorrei che fosse
a
primavera,
all'ombra
d'un larice
sotto
un cielo terso
con un
ultimo sguardo
a un
mondo che rinasce.
(da
Canti celtici II)
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