Il destino di un poeta
di Renzo
Montagnoli
Solo fra tanti
volava
oltre il cielo
negli
spazi siderali
a
raccoglier
incolori
fiori di stelle
nei
prati di galassie
per
mostrarli
a chi
non vedeva
per
spiegare
che la
vita
č un
grande
e
ricorrente
infinito
cerchio
di
nascite e morti
ma che
nulla comincia
e
nulla termina
come
in un sogno
che
sboccia all'improvviso
e che
solo la luce
dell'alba
oscura.
Volava sopra i
mari
albatro
ferito
nella
malinconia
di chi
porge invano il cuore.
Si librava su
cime innevate
riportava agli uomini
il
profumo d'un eterno
smarrito
nella corsa
verso
l'ignoto
ma
nessuno odorava
quell'aria
di vita
che
sola cancellava
un
tempo di ansie.
Giorni e
giorni
una
lenta solitudine
senza
ormai speranza.
Il mondo legge
ma poi
tutto vola via.
Che conta mai
l'eternitā
quando
il sogno non č pane
le
stelle non son altro
che
materia da conquistare?
E allora poco
a poco
moriva
dentro
il suo
sogno sbiadiva
nel
grigio opaco
di
quella realtā.
E anche quando
smise
di vagheggiare
e gli
occhi
gli si
chiusero per sempre
solo
il cielo pianse
una
pioggia sottile
in un
autunno
di
foglie disseccate
di ore
spente
di
terra stanca.
Restarono solo
fogli
righe
vergate
versi
sussurrati
sogni
trascritti
che
nessun alba
avrebbe
mai cancellato.
(da
Lungo il cammino)
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