Il sogno
di Renzo
Montagnoli
Una notte d'inverno
con la neve che scende
e infine l'alba livida
che i sogni porta via.
Ma non il mio,
non quello di ore fredde
di una mente che vaga
fra risvegli improvvisi
e assopimenti coscienti.
Là, fuori dalla porta,
verso il bosco,
un rumore di zoccoli
che infrangono il ghiaccio
neri destrieri
montati da rudi guerrieri
che ben conoscevo.
Furono compagni d'arme
in battaglia caduti
ormai puri spiritti
fuggiti dai tronchi.
Più s'avvicinano,
più si staccan da terra
e s'involano verso l'alto
in un cielo grigio cupo.
Mi gridano “a presto!”
E io li vedo scomparire
nel buio di questa notte
senza stelle e senza luna.
Son tanti gli anni
che pesano su quel
che fu un cavaliere impavido
superstite di tante guerre
solo nel timore
di quel passaggio
che ogni giorno si avvicina.
Amici miei,
presto vi seguirò.
Bardato il destriero
nella mia logora armatura
prenderò il volo
seguirò il sentiero
da voi tracciato
nell'arco celeste
per ritrovarvi ancora,
sconfitto come voi
in questa lunga battaglia
che è la vita.
(da Canti celtici II)
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