L'ultimo autunno
di Renzo
Montagnoli
Stormivano le
fronde
al
fresco vento
del
nostro autunno
e ti
guardavo, Padre,
prono
a raccoglier
legna
per l'inverno.
Ti rialzasti
con fatica
e
m'accorsi allora
di
quanto vecchio eri.
Stavi a capo chino
i
capelli ormai canuti
raccolto
in te
come
una foglia accartocciata.
Gemevi piano
al
dolore delle tue ossa
ma
notasti la mia apprensione
e mi
dicesti
non
son questi i malanni della vita
né
le ferite riportate dalla guerra
bensì
quelle da me inferte
quei
corpi che cadevano nel fango
e che mi chiamano ogni
notte.
Non c'è di peggio che il rimorso
un
dolore che lento scava dentro
che
sempre m'accompagna.
Poi volgesti
lo sguardo intorno
come a
riveder il bosco
e
sussurrasti
già
è l'autunno
ma
per me è l'inverno
lunghi
giorni d'attesa
d'un
ultimo giorno
con
gli occhi all'indietro
a ricordar la vita
a ripensare a queste
foglie
che
presto si lasceranno andare.
Ti rivedo
anche ora
come
fossi qui
e
invece anche tu
un
giorno
ti sei
lasciato andare.
(da Canti Celtici II)