Il dolore perfetto
di Ugo Riccarelli
Nota dell'autore
Arnoldo Mondadori Editore
S.p.A.
Narrativa romanzo
Collana Oscar contemporanea
Pagg. 327
ISBN 9788804606246
Prezzo € 9,50
La grande storia nelle vicende di due
famiglie
“Appena qualche attimo prima di morire, appoggiata al nocciòlo del giardino, l'Annina emerse dall'ombra in cui la sua mente si era
nascosta da molti anni e, all'improvviso, in quei brevi istanti che la morte
ancora le concesse, come se fosse in volo rivide la casa col pino e la Mena che
pregava appoggiata a un angolo della madia, e di fronte alla Mena vide sua
madre partorirla urlando di un dolore che le sembrò perfetto, e solo alla fine,
quasi spiando, scorse la propria testa uscire da quel corpo rosso e gonfio
dallo sforzo, e sentì per l'ultima volta l'odore di viole del suo fratello
gemello che da dentro la pancia la spingeva nel mondo.
Fu come un lampo, uno starnuto di una forza così intensa
che l'Annina si dovette
appoggiare con tutte e due le mani al nocciòlo per
non cadere, e il suo ultimo respiro le uscì in una voce flebile, quasi un
sussurro.
<<Ma guarda…>> disse,
sorpresa da quello spettacolo stupefacente.
Poi lasciò che un sorriso le ammorbidisse la bocca,
scivolò lentamente verso la base del tronco, e là si fermò per sempre. “
Di Riccarelli
non avevo mai letto nulla, sapevo solo che era considerato un buon scrittore ed è stata proprio la sua recente scomparsa a
indurmi a occuparmi di lui, a vedere se i giudizi ampiamente positivi di
critici di rango rispondessero a verità, almeno secondo il mio metro di
valutazione. Devo anche dire che nutrivo il timore che tanti elogi non fossero
meritati, ma quando ho aperto questo libro e ho letto la prima pagina - che ho
riportato integralmente sopra - ho provato nel contempo
una grande gioia e un dolore perfetto. Una grande gioia perché mai mi era
accaduto di trovarmi di fronte a una descrizione così semplice, ma al tempo
stesso sublime, di una morte; un dolore perfetto per aver dubitato delle
qualità di questo narratore, una sorta di rimorso per un uomo capace di
scrivere in questo modo e già scomparso troppo presto.
La figura di questa Annina
che ha perso la memoria e la ritrova nel momento supremo, ricordandosi proprio
della sua nascita, delinea in un arco di tempo brevissimo i due momenti
salienti della vita di ogni essere umano: la sua comparsa sul mondo e la sua
dipartita, due eventi che sono il recto e il verso di una stessa medaglia, la
vita. È un destino, questo, che ci accomuna, ma è ciò che si è stati e si è
fatto vivendo che lascia traccia di noi, e nelle storie di questo stupendo
romanzo il ricordo è sempre presente, partendo, nella saga di due gruppi
familiari, dall'Unità d'Italia per arrivare quasi ai giorni nostri, storie di individui che s'incrociano con la grande storia, che ne
fanno parte, che contribuiscono a crearla. Alla famiglia del Maestro, ispirata
da nobili ideali e da un profondo senso di libertà e di rispetto per la dignità
di ogni uomo, si contrappone quella dei Bertorelli,
commercianti di maiali, più inclini alla materialità, al guadagno e a un certo
egoismo, piuttosto che alla solidarietà.
Le vicende di queste due famiglie
procedono parallele per un certo periodo di tempo, ma
poi accade che, con un matrimonio, si incrocino, e sullo sfondo troviamo i
grandi fatti, i moti popolari del 1900, le cannonate di Bava Beccaris, la prima guerra mondiale, l'epidemia di febbre
spagnola, l'avvento del fascismo, il secondo grande conflitto, l'occupazione
tedesca, la resistenza, il difficile dopoguerra. Nelle storie di queste due
stirpi si legge la storia d'Italia, si legge con
piacere, perché non ha il carattere didattico e spesso impietoso dei saggi,
secondo un metodo che ha solo un precedente, lo stupendo Cuore di pietra, di
Sebastiano Vassalli.
Noi ritroveremo così anche le nostre
radici nelle vicende di queste due famiglie, segnate da fatti luttuosi, ma
anche da grandi gioie, una serie di accadimenti che incalzano in una narrazione
sospesa fra un realismo esemplare e un immaginario fiabesco, perfettamente
integrati, capaci di far sognare quando la realtà è troppo brutta,
insostenibile, smorzando i toni, svelenendo l'orrore di tanti eventi tragici.
Riccarelli ha una grande leggerezza - ma meglio
sarebbe dire delicatezza - nello scrivere, frutto anche di una notevole
sensibilità che si riflette nei tanti personaggi, nelle loro gioie, nei loro
dolori. E al riguardo cos'è il dolore perfetto? È quello del Maestro che pensa
alle ingiustizie del mondo oppure quello di quando va
incontro alla morte con la forza solo dei suoi ideali, è quello di Rosa che
accomuna la violenza insensibile sul maiale ammazzato a quella con cui il
marito consuma il matrimonio, solo per fare degli esempi.
Il dolore perfetto sarà anche quello
che vi avvolgerà leggendo della morte di non pochi protagonisti vissuti solo
per testimoniare il loro ideale di libertà, ma sarà anche quello che vi
prenderà, giunti all'ultima pagina, consapevoli che non ve ne sono altre di
questo capolavoro che tiene avvinti dall'inizio alla fine, scatenando un'ondata
emozionale da cui è difficile sottrarsi.
Ugo Riccarelli (Ciriè, Torino, 1954 - Roma 2013), di famiglia toscana, ha
pubblicato Le scarpe appese al cuore (Feltrinelli 1995, nuova edizione
Oscar Mondadori 2003), Un uomo che forse si chiamava Schulz (Piemme
1998, premio Selezione Campiello, nuova edizione Oscar Mondadori 2012), Stramonio
(Piemme 2000, nuova edizione Einaudi 2009), i racconti di Pensieri crudeli
(Giulio Perrone 2006), Diletto (Voland 2009) e Garrincha
(Giulio Perrone 2013), il saggio Ricucire
la vita (Piemme 2011) e, per Mondadori, L'angelo di Coppi
(2001), Il dolore perfetto (2004, premio Strega), Un mare di nulla
(2006), Comallamore (2009), La repubblica
di un solo giorno (2011) e L'amore graffia il mondo (2012, premio
Selezione Campiello).
Renzo Montagnoli