I tre moschettieri
di Alexandre Dumas
Introduzione di Giorgio Manganelli
Traduzione di Maria Zini
Edizioni Einaudi
Narrativa romanzo
Collana ET Classici
Pagg. XL – 644
ISBN 9788806190286
Prezzo € 14,00
Per il re e per la Francia!
Fra i
numerosi libri letti da ragazzo ce ne sono alcuni che sono rimasti ben impressi
nella mia memoria per l'entusiasmo che mi ingenerarono, tanto che ora, in età
assai più avanzata, mi è venuto voglia di riprenderli in mano per verificare se
l'ampia e positiva impressione allora avuta potesse trovare conferma
anche oggi. Dico subito che per alcuni ho dovuto ravvedermi, mentre per altri
ho provato lo stesso grado di soddisfazione e fra questi vi è appunto I
tre moschettieri, un romanzo che l'autore scrisse nel 1844 e che ebbe
un tale successo da dar vita a una trilogia, comprendente appunto I
tre moschettieri, Vent'anni dopo e Il
visconte di Bragelonne.
Del resto, a conforto
del mio giudizio, vi è anche da dire che siamo in presenza di un classico fra i
romanzi d'avventura, da cui peraltro sono state tratte anche diverse pellicole
cinematografiche, con alterna fortuna.
Alexandre Dumas,
autore piuttosto fecondo di opere di grande successo, fra le quali ricordo Il
conte di Montecristo e Robin
Hood, è riuscito con I tre moschettieri a
congegnare un romanzo di cappa e spada, che presenta un ritmo costante, senza
mai cadute, e quindi la condizione ideale per avvincere il lettore; non
c'è però solo questo elemento positivo, perché, se pur apprezzabile,
non avrebbe potuto decretarne il grande successo. Infatti, alla vicenda,
ambientata in Francia nella prima metà del XVII secolo (tanto per intenderci
l'epoca in cui regnò Luigi XIII, coadiuvato in qualità di primo ministro dal
cardinale Richelieu), l'autore ha fatto partecipare personaggi che per loro
caratteristiche, contrastanti e accattivanti, costituiscono un sicuro richiamo.
Mi riferisco al giovane e valoroso D'Artagnan, un
vulcanico guascone, tanto esuberante quanto assai abile con la spada, e intorno
a lui, fidati compagni di avventura, sono il nobile e distinto Athos,
l'ecclesiastico – ma con la veste talare temporaneamente abbandonata –Aramis, istruito e raffinato, nonché il sanguigno e
valente Porthos. Questi quattro protagonisti,
tutti moschettieri del re, una sorta di corpo di elite, devono vedersela
pressoché quotidianamente con le guardie del Cardinale Richelieu, sempre
nell'ombra a tramare, avvalendosi della collaborazione di personaggi poco
raccomandabili, come Milady de Winter, donna di
assai piacevole aspetto, ma anche notevolmente abile come spia. Non sto a
raccontare l'intricata trama, piena di colpi di scena, sia per non togliere il
piacere a chi volesse leggerlo per la prima volta, sia perché i fatti sono
talmente tanti che ne sortirebbe un riassunto assai laborioso, e del resto le
644 pagine del libro non sono proprio poche.
Desidero, invece,
mettere in evidenza i valori evidenziati nell'opera: la virile amicizia dei
compagni d'avventura, che mettono in pratica sempre il loro motto Tutti
per uno, uno per tutti, la fedeltà a chi governa la nazione (in questo caso
il re) e al proprio paese (la Francia), tale da far passare in secondo piano
qualsiasi ambizione personale, la coerenza, frutto di una dignità a tutta prova,
il coraggio, quando necessario, e la ricerca della giustizia.
Ce n'è abbastanza per
appagare qualsiasi lettore, anche il più esigente, che, pur non trovandosi di
fronte a un romanzo altamente impegnato, non potrà esimersi dal considerare
che, benché si tratti di letteratura d'evasione, ha una sua valenza, che non si
limita a far trascorrere piacevolmente diverse ore, ma che lascia dentro le
immagini di quattro protagonisti che per le loro qualità non possono che essere
ammirati.
Da leggere, senza
alcun dubbio.
Alexandre Dumas (1802-1870), scrittore e drammaturgo francese, è
autore di numerosi romanzi di argomento storico che ebbero molto successo e che
pubblicati a puntate sui giornali dell'epoca contribuirono alla grande
diffusione del romanzo d'appendice. Tra le sue opere sono da ricordare Il conte di Montecristo, I tre
moschettieri e la sua
continuazione Vent'anni dopo, La
regina Margot, Robn Hood. Nel 2004 Einaudi ha pubblicato nei «Millenni» Viva Garibaldi.
Renzo Montagnoli