Le
finestre di fronte
di
Georges Simenon
Traduzione
di Paola Zallio Messori
Edizioni
Adelphi
www.adelphi.it
Narrativa
romanzo
Collana
Biblioteca Adelphi
Pagg.
175
ISBN
9788845906305
Prezzo
Euro 16,00
L’amore
ai tempi di Stalin
Georges
Simenon, nella primavera del 1933, fece un viaggio nell’Unione
Sovietica, toccando diverse località sulle sponde del mar Nero
e fermandosi per otto giorni a Odessa, dove, accompagnato da una
guida locale, ebbe modo di toccare con mano gli spaventosi effetti
della carestia che travagliò a lungo quella nazione. Ritornato
in Francia, intese parlare di quella sua esperienza , scrivendo un
romanzo intitolato Le finestre di fronte che costituisce un
preciso e non propagandistico atto di accusa contro il regime
staliniano. In quest’opera l’autore è riuscito a
rendere con straordinaria abilità una condizione di vita
spersonalizzante, cupa, tenebrosa, in cui parlare era pericoloso, ma
lo era anche stare zitti, in un grigiore di giorni ripetitivi in cui
la popolazione locale si trascinava stancamente alla ricerca di un
cibo, che già in quantità inadeguata, sovente mancava
del tutto. E’ così’ una folla di cenciosi che
popola le vie di Batum, la località dove è ambientata
la vicenda, e non sono sufficienti gli slogan del partito comunista
per incantare individui che ormai hanno perso ogni speranza. Ovunque
è presente la polizia politica che vigila e schiaccia, che
imprigiona e uccide, e in questo contesto avviene la vicenda del
nuovo console turco Adil bey, arrivato per sostituire il precedente
morto improvvisamente; lui, i consoli iraniano e italiano, e il
direttore americano della Standard Oil che gestisce la raffineria di
petrolio sono gli unici stranieri che risiedono in città e, a
dispetto delle convenzioni internazionali, sono essi stessi
prigionieri dell’invisibile ragnatela con cui le autorità
li hanno avvolti. Il diplomatico turco cercherà di uscirne,
coinvolgendo anche la segretaria russa di cui è innamorato; ce
la farà, ma ciò che ha visto, ciò di cui è
stato testimone, attore e vittima al tempo stesso, lo accompagnerà
per il resto dei suoi giorni.
Le
finestre di fronte non si può considerare un noir tipico,
anche se c’è un tentativo di omicidio, ma è una
sorta di apologo sull’incapacità dell’uomo di
essere completamente libero, anche nell’amore, qui riproposto
secondo il classico dualismo di eros e thanatos. É incredibile
la capacità di Simenon di descrivere il “paradiso”
staliniano, di farci scendere progressivamente nella cripta degli
uomini senza domani, senza oggi e senza ieri, esseri che vegetano in
una condizione chiusa e senza speranza.
Da
leggere, è un capolavoro.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato
centonovantatre romanzi
pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e
racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature»
e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a JeanPauhlan,
da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli
autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André
Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più
grande e il più autentico che la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo
ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline:
«Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon
dei Pitard, per
esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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