Diario
di una dama di corte
di
Isabella Bossi Fedrigotti
Edizioni
TEA
www.tealibri.it
Narrativa
romanzo storico
Pagg.
108 con ill.ni
ISBN
9788878180680
Prezzo
Euro 6,71
Come
era l’Austria felix
Alla
fine del XIX secolo (corre l’anno 1898) una giovane della
piccola nobiltà di provincia viene assunta, come dama di
compagnia, di un’Arciduchessa, e in tale veste vive alla corte
di Vienna, permeata dalla presenza dell’imperatore Francesco
Giuseppe. Dato il suo rango è quanto di meglio le potesse
capitare e ha tutti i motivi di essere soddisfatta; lontana
dall’ambiente rurale di famiglia, potrà assaporare i
fasti di una corte che, imperterrita, trascina la sua esistenza
indifferente ai cambiamenti di un’epoca, verso quella guerra
che segnerà la fine di una dinastia. Le scoperte che farà
in quel mondo ovattato e frivolo e le sue giornate sono riportate in
un diario attraverso il quale anche noi potremo esserne,
figurativamente, parte, un mondo talmente lontano dal nostro modo di
vivere che appare, a tratti, ammantato da un velo magico, in una
situazione irreale, quasi da favola. Le feste, ma anche e soprattutto
la quotidianità sono riportate in modo encomiabile e
suggestivo, così che, oltre che per le riuscite illustrazioni,
alla fine della lettura si potrà capire come era la vita di
corte, sottoposta a rigidi rituali che ci portano involontariamente a
sorridere, ma che rappresentavano il perpetuarsi di una tradizione,
di usi e di costumi avulsi dal tempo. I bei vestiti, i gustosi
manicaretti, i viaggi, i balli si susseguono come in un sogno di cui
è contenta e soddisfatta la nostra dama di corte e per lei non
poteva mancare anche l’amore, con un misterioso J., tuttavia
destinato a un matrimonio di mero interesse. Il libro è
scritto benissimo ed è brava Isabella Bossi Fedrigotti nel
ricreare quell’atmosfera viennese di fine secolo, un’atmosfera
di cui, ancor oggi, esistono molti nostalgici, pur non avendola
sperimentata. Devo dire che pure io sono rimasto affascinato da quel
mondo, ma, sarà forse perché con il senno di poi so
della sua tormentata fine, ho alla fine pensato che sia stato tutta
apparenza e niente sostanza, una vita che tutto sommato si reggeva su
un precario equilibrio, chiusa in una dorata prigione, lontana
dall’esterno, da quei sudditi che cominciavano sempre di più
a reclamare quell’autonomia sempre negata e che otterranno solo
dopo una sanguinosa guerra. Era forse una bella “epoque”,
in cui tutto sembrava immutabile, come se il tempo non scorresse mai,
con sullo sfondo la figura paterna, ma autoritaria di un imperatore
vissuto troppo a lungo per capire che ogni cosa ha le sue stagioni;
se dentro le mura del castello si viveva in un’eterna
primavera, fuori dominava un autunno fatto di foglie ormai morte,
pronte a cadere, come le parti di quell’impero.
Da
leggere, indubbiamente.
Isabella
Bossi Fedrigotti,
nata a Rovereto da madre austriaca, è giornalista al Corriere
della Sera.
Con il romanzo Casa
di guerra (1983)
è stata finalista al Premio Strega e al Campiello. Il successo
al Premio Campiello è arrivato nel 1991 con il terzo romanzo,
il bestseller Di
buona famiglia.
Ha pubblicato altri libri, fra i quali Il
catalogo delle amiche (Rizzoli,
1998), Cari
saluti (Rizzoli,
2001), La
valigia del signor Budischowsky (Rizzoli,
2003) e Il
primo figlio (Rizzoli,
2008).
Renzo
Montagnoli
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