I
clienti di Avrenos
di
Georges Simenon
Traduzione
di Federica Di Lella, Maria Laura Vanorio
Edizioni
Adelphi
www.adelphi.it
Narrativa
romanzo
Collana
Biblioteca Adelphi
Pagg.
157
ISBN
9788845928840
Prezzo
Euro 17,00
I
vitelloni in Turchia
Non
so se Federico Fellini abbia letto I clienti di Avrenos prima
di girare I vitelloni, suo eccellente film del 1953, ma fin
dalle prime pagine ho ritrovato la stessa atmosfera in cui
trascinavano stancamente la loro esistenza i protagonisti della
pellicola, ambientata a Roma, anziché a Istanbul come nel
libro. E questo, né giallo né noir, è uno di
quei romanzi – rari in verità – in cui Simenon,
pur distaccandosi dalle tensioni proprie dei thriller, riesce a
ricreare un’atmosfera ovattata, lattiginosa in cui i personaggi
si muovono come ombre. Del resto, definirli ombre non è
esagerato: tutti rappresentanti di un ceto medio decadente, più
che vivere, vegetano, senza impeti sentimentali, incapaci di
scuotersi dal torpore in cui da troppo tempo sono immersi.
Si
tratta di un gruppo di amici, turchi ed europei, non in grado di dare
un senso alla loro vita e che fra una bevuta e una fumata di hashish
sembrano avere come unico scopo quello di far trascorrere le ore.
Spicca, in mezzo, una donna, una ballerina di night, l’ungherese
Nouchi, non proprio bella, ma comunque desiderabile, che proviene dal
proletariato e che fra gli amici è forse quella che ha uno
scopo, e cioè illudersi di essere diventata ricca, mettendo in
pratica continuamente il famoso motto “Carpe diem”.
Civettuola, anche se a primo colpo può essere considerata una
donna disposta ad andare con tutti, ha la capacità di attrarre
e respingere, rendendosi così più desiderabile, una
vera e propria esperta nell’arte della seduzione. La quasi
totalità dei componenti della combriccola non lavora, vivendo
di piccole o medie rendite, oppure si è trovata un’occupazione
che lascia molto tempo libero, come nel caso del francese Bernard de
Jonsac, interprete dell’ambasciata del suo paese. Da quanto ho
esposto appare quindi logico farsi venire in mente il film di
Fellini, perché anche qui nel libro siamo in presenza di
vitelloni, di esseri che appaiono nati stanchi e incapaci di
risvegliarsi, privi di sentimenti autentici e di passioni, a
differenza di Lelia, una bella e ricca ragazza che entrerà nel
gruppo e ne uscirà come una meteora .
E
il titolo? Chi è Avrenos? É il nome di un locale, per
la precisione di un ristorante, quello più frequentato dai
vitelloni, il campo base per organizzare improvvisate spedizioni
verso il nulla.
Da
leggere.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato
centonovantatre romanzi
pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e
racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature»
e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a JeanPauhlan,
da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli
autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André
Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più
grande e il più autentico che la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo
ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline:
«Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon
dei Pitard, per
esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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