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  Recensioni  »  I clienti di Avrenos, di Georges Simenon, edito da Adelphi 03/05/2017
 

I clienti di Avrenos

di Georges Simenon

Traduzione di Federica Di Lella, Maria Laura Vanorio

Edizioni Adelphi

www.adelphi.it

Narrativa romanzo

Collana Biblioteca Adelphi

Pagg. 157

ISBN 9788845928840

Prezzo Euro 17,00



I vitelloni in Turchia



Non so se Federico Fellini abbia letto I clienti di Avrenos prima di girare I vitelloni, suo eccellente film del 1953, ma fin dalle prime pagine ho ritrovato la stessa atmosfera in cui trascinavano stancamente la loro esistenza i protagonisti della pellicola, ambientata a Roma, anziché a Istanbul come nel libro. E questo, né giallo né noir, è uno di quei romanzi – rari in verità – in cui Simenon, pur distaccandosi dalle tensioni proprie dei thriller, riesce a ricreare un’atmosfera ovattata, lattiginosa in cui i personaggi si muovono come ombre. Del resto, definirli ombre non è esagerato: tutti rappresentanti di un ceto medio decadente, più che vivere, vegetano, senza impeti sentimentali, incapaci di scuotersi dal torpore in cui da troppo tempo sono immersi.

Si tratta di un gruppo di amici, turchi ed europei, non in grado di dare un senso alla loro vita e che fra una bevuta e una fumata di hashish sembrano avere come unico scopo quello di far trascorrere le ore. Spicca, in mezzo, una donna, una ballerina di night, l’ungherese Nouchi, non proprio bella, ma comunque desiderabile, che proviene dal proletariato e che fra gli amici è forse quella che ha uno scopo, e cioè illudersi di essere diventata ricca, mettendo in pratica continuamente il famoso motto “Carpe diem”. Civettuola, anche se a primo colpo può essere considerata una donna disposta ad andare con tutti, ha la capacità di attrarre e respingere, rendendosi così più desiderabile, una vera e propria esperta nell’arte della seduzione. La quasi totalità dei componenti della combriccola non lavora, vivendo di piccole o medie rendite, oppure si è trovata un’occupazione che lascia molto tempo libero, come nel caso del francese Bernard de Jonsac, interprete dell’ambasciata del suo paese. Da quanto ho esposto appare quindi logico farsi venire in mente il film di Fellini, perché anche qui nel libro siamo in presenza di vitelloni, di esseri che appaiono nati stanchi e incapaci di risvegliarsi, privi di sentimenti autentici e di passioni, a differenza di Lelia, una bella e ricca ragazza che entrerà nel gruppo e ne uscirà come una meteora .

E il titolo? Chi è Avrenos? É il nome di un locale, per la precisione di un ristorante, quello più frequentato dai vitelloni, il campo base per organizzare improvvisate spedizioni verso il nulla.

Da leggere.




Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a JeanPauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».


Renzo Montagnoli

 




 
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