Félicie
di
Georges Simenon
Traduzione
di Ida Sassi
Edizioni
Adelphi
www.adelphi.it
Narrativa
Collana
gli Adelphi - Le inchieste di Maigret
Pagg.
136
ISBN
9788845916311
Prezzo
Euro 10,00
Diavolo
di una ragazza!
Maigret
potrà sembrare di primo acchito un burbero, ma se poi lo si
osserva con attenzione rivela, in alcune circostanze, una tenerezza
che lui cerca di dissimulare accentuando i tratti, a volte spigolosi,
del suo carattere. É questo il caso dell’indagine che
conduce in ordine all’omicidio di un ex contabile, un uomo
solitario che viveva in una casa facente parte di un progetto di
vasta lottizzazione; sì, era solitario, nel senso che non
aveva amici, ma ospitava una domestica, una giovane ragazza che lo
accudiva e che beneficerà della sua eredità. Ma chi può
avere assassinato, e per quale motivo, un individuo di cui quasi si
ignorava l’esistenza? Che cosa ha da nascondere Felicie, la
domestica, che tiene testa alle domande del commissario con una
sfrontatezza e un’abilità
perfino
superiore a tutti i duri che lui aveva sbattuto in galera? Più
che nei risvolti dell’indagine e nella ricerca del colpevole il
romanzo sta tutto in questo dualismo, in questa tenzone che agli
occhi di Maigret pare un gioco. Lui è consapevole
dell’innocenza della ragazza e avverte chiaramente che il suo
comportamento è votato alla difesa di qualcuno che lei crede
innocente. Tutto qui? Assolutamente no, perché questo romanzo
fa perno più sugli innocenti che sui colpevoli, sul carattere
di questa giovane che, non contenta del mondo che la circonda, si è
chiusa in un bozzolo in cui ama fantasticare, al punto che è
cruciale il suo innamoramento per il figlio del padrone, convinta che
lui contraccambi e invece non sa quasi nemmeno che lei esista. Questo
carattere é senz’altro spinto all’eccesso, ma non
era poi raro per l’epoca (il romanzo fu scritto nel 1942), con
tante giovani sognatrici che, magari sulla modesta trama di un
fotoromanzo, costruivano un’illusoria realtà per
sfuggire a situazioni non soddisfacenti e guarda caso si era nel
pieno della seconda guerra mondiale. É un Maigret che forse
può sembrare irretito da questo personaggio femminile, ma non
è in cerca di avventure, perché anche lui ha in fondo
bisogno di sognare, di far uscire dal suo intimo quell’affetto
paterno per un figlio o una figlia che non ha mai avuto.
Se
lo sviluppo dell’indagine e l’arresto del colpevole sono
di ordinaria amministrazione, questo duetto fra due sognatori è
veramente formidabile, tanto che Félicie è forse uno
dei migliori gialli scritti da Simenon con protagonista Maigret.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato
centonovantatre romanzi
pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e
racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature»
e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a
Jean Pauhlan,
da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli
autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André
Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più
grande e il più autentico che
la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo
ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline:
«Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon
dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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