Le
cose
di
Vito Moretti
Edizioni
Tabula Fati
www.edizionitabulafati.it
Poesia
Pagg.
176
ISBN 978-88-7475-586-8
Prezzo
Euro 14,00
Il
linguaggio delle cose
Di
Vito Moretti ho avuto occasione di leggere La polvere sul cucù,
una raccolta di racconti sulla grandezza degli umili e Luoghi,
una silloge poetica frutto di impressioni di viaggio. In entrambi i
casi mi sono trovato di fronte a opere di gradevole lettura, per
niente superficiali, ma che, senza approfondimenti eccessivi,
tuttavia lasciano qualcosa dentro di sé, un incisione lieve,
ma senz’altro duratura. Indubbiamente l’autore ha un
talento innato, impreziosito dagli anni di studi e probabilmente
anche dalle esperienze maturate in qualità di docente
universitario.
Le
cose, altra raccolta poetica, parte da un presupposto
imprescindibile e di cui spesso nemmeno ci accorgiamo: gli oggetti,
per loro natura inanimati, arrivano a un momento che diventano cose,
cioè ricordando fatti ed eventi del nostro trascorso finiscono
con l’essere parte inscindibile dall’esistenza stessa.
Gli oggetti sono amorfi, si considerano per la loro funzione, ma nel
momento in cui, invecchiando con noi, sono capaci di suscitarci la
memoria acquistano come un’anima, diventando appunto cose. La
penna con la quale si è scritta la prima lettera d’amore,
il divano sul quale ci si scambiate le prime affettuosità, lo
scalcinato ombrello con il quale, stretti stretti, ci si è
riparati dalla pioggia e via dicendo, diventano parte di noi stessi,
ricordano e rievocano, sono testimoni della nostra esistenza (Ogni
cosa, tutto / mi pare perfetto, / il nespolo che resiste / al gelo,
la collina / che cala nel suo buio, / il fuoco che arde per me / e
per il cane, la via / che si è fatta deserta./ Anche il vetro
è uno spolvero / d’umido che lascia lontane / le ore, e
la casa é / la memoria che vi abita / le pietre di una torre /
cresciuta fino al cielo.).
Le
cose hanno un linguaggio pertanto, un linguaggio per ognuno di noi,
per le sensazioni che ci fanno rivivere, per le emozioni che ci fanno
riprovare (Tutto ha il suo richiamo, / un modo di ripetersi /
nella cavità della conchiglia, / un brusio che parla di
intrecci / e di comete. /….).
Un
po’ in dialetto, un po’ in italiano si esprimono le cose,
parole, versi che Moretti traspone sulla carta lasciando trasparire
l’emozione che prova, la sensazione che il passato riesca a
dare un senso al presente e anche al futuro.
Da
leggere, senz’altro.
Vito
Moretti vive
tra San Vito Chetino, dove è nato, e Chieti, dove risiede; è
docente universitario, scrittore e poeta in lingua e in dialetto. Ha
esordito meno che ventenne e ha tenuto incontri culturali e letture
di poesie in Russia, in Francia, in Irlanda, in Turchia, negli Stati
Uniti e in altre località, sia in Europa che in
Italia.
Dopo alcune “plaquettes”
(riproposte nel vol. Una
terra e l’altra. Ristampe e inediti. 1968-1979,
a cura di Massimo Pamio, Pescara, Tracce, 1995), ha
pubblicato N’andìca
degnetà de fije (ediz.
premio, Catanzaro, 1984), La
vulundà e li jurne (Roma,
Ediz. dell’Ateneo, 1986), Temporalità
e altre congetture (Bologna,
Cappelli, 1988), Déndre
a na storie (Firenze,
Editoriale Sette, 1988), Il
finito presente(Roma,
All’Insegna de «L’Occhiale», 1989), Le
prerogative anteriori (Udine,
Campanotto, 1992), Da
parola a parola(Bari,
Laterza, 1994), ’Nanze
a la sorte (Venezia,
Marsilio, 1999), Di
ogni cosa detta (Pescara,
Tracce, 2007), L’altrove
dei sensi (Lanciano,
Carabba, 2007), Con
le mani di ieri (ivi,
2009), Luoghi (Chieti,
Tabula fati, 2011), La
case che nen ze chiude (ivi,
2013) e Dal
portico dell’angelo (Pescara,
Tracce, 2014).
Ha pubblicato
anche due vol. di narrativa: Nel
cerchio della tartaruga. Prose, incontri e qualche storia (Chieti,
Métis, 1996) e La
polvere sul cucù (Chieti,
Tabula fati, 2012).
I suoi
interventi teorici compaiono in V. Moretti, Le
ragioni di una scrittura. Dialoghi sul dialetto e sulla poesia
contemporanea (a
cura di Enrico Di Carlo, Pescara, D’Incecco, 1989).
Nel
campo della saggistica, Moretti ha pubblicato numerosi studi sulla
cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle
aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d’Annunzio, di
cui ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi
convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la
stampa dei relativi Atti, e ha curato l’edizione critica o la
riproposta in volume di opere di vari autori.
Moretti,
infine, è responsabile di alcune collane editoriali, sia per
la scrittura saggistica che per quella creativa. Per la sua attività
di poeta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti (fra cui
l’«Acciaiuoli», il «Versilia-Marina di
Carrara», il «Tagliacozzo», il «Bari-Magna
Graecia», il «Premio Alghero», il «Pisa-Calamaio
di Neri», il «Montesilvano», il «Pescara»,
lo «Scanno») e lavori monografici redatti da Massimo
Pamio (Il
filo lungo della parola. Contributi per una lettura di Vito Moretti,
Chieti, Vecchio Faggio, 1991), da Vittoriano Esposito (Segni
di scrittura. Aspetti e temi della poesia di Vito Moretti,
Roma, Bulzoni, 1994), da Dante Cerilli (L’enigma
e la forma. Introduzione alla poesia di Vito Moretti,
Bari, Laterza, 1995), da Toni Iermano (Nelle
più care dispute. Vito Moretti e i suoi trent’anni con
la poesia,
Roma, Bulzoni, 1998).
La sua
bibliografia completa compare in Studi
offerti a Vito Moretti,
a cura di Gianni Oliva, Lanciano, Carabba, 2012, pp. 269-293
Renzo
Montagnoli
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