Ho
sparato a Garibaldi
di
Marco Ferrari e Arrigo Petacco
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Saggio
storico
Pagg.
160
ISBN
9788804659952
Prezzo
Euro 19,00
Colui
che osò ferire Garibaldi
Garibaldi,
dopo la fortunata spedizione dei Mille, era rimasto con l’amaro
in bocca, perché l’amata Roma era ancora in mani
papaline, ben protette dai soldati francesi. Era un uomo, però,
che non si dava per vinto, così che raccolti dei volontari,
sbarcò in Calabria, ma sull’Aspromonte si imbatté
in un grosso reparto di soldati regi, mandati a intercettarlo onde
non provocare con il suo comportamento pericolose tensioni con la
Francia. E’ in quell’occasione che l’eroe dei due
mondi fu colpito al malleolo da un proiettile sparato dal fucile del
tenente dei bersaglieri Luigi Ferrari che, benché avesse
ricevuto l’ordine di fermare i rivoltosi con qualsiasi mezzo,
evitò volontariamente il bersaglio grosso. Subito dopo, ci fu
la ritorsione di un garibaldino che ferì con un proiettile al
piede l’ufficiale regio. Le conclusioni della vicenda furono
diverse, però, perché Garibaldi venne curato dai
migliori medici, mentre il povero Ferrari dovette subite
l’amputazione del piede. Il fatto di essere riuscito a fermare
Garibaldi e la ferita patita gli valsero comunque una medaglia d’oro
al valor militare, con una motivazione non esplicita, ma che lasciava
intendere molte cose («Adempì
all'amaro compito di comunque fermare il generale Garibaldi in marcia
verso Roma, Aspromonte 1862»). Fino a quando un commilitone non
rese nota l’effettiva origine dell’encomio il Ferrari era
un valoroso soldato, ritiratosi dall’esercito per la
menomazione e divenuto stimato sindaco di Castelnuovo Magra. Alla
notizia seguì una maledizione, giacché ora anarchici e
garibaldini sapevano con chi prendersela per la ferita del loro eroe.
Ferrari si dimise da sindaco, si rifugiò a La Spezia, ma ormai
aveva tutto l’interesse di diventare un signor nessuno, di
gettare alle spalle quel passato, anche eroico, durante il quale
aveva combattuto nella prima e seconda guerra d’indipendenza e
di cui il libro parla ampiamente.
Interessante?
Sì e no, perché in fondo è quasi una notizia di
cronaca; resta il fatto, comunque, che permette di conoscere gli
spasmi di un periodo storico in cui il mito era intoccabile,
passibili quasi del reato di lesa maestà anche se sono
convinto che, se dopo il fattaccio e a ferite ormai rimarginate fosse
stato combinato un incontro fra Ferrari e Garibaldi, conoscendo
l’animo generoso di quest’ultimo, le cose sarebbero
andate diversamente; non ci sarebbe stata senz’altro quella
damnatio memoriae che per tanto tempo accompagnò la famiglia
Ferrari, rea di essere imparentata con quel criminale che si era
permesso di sparare, ferendolo, all’eroe dei due mondi.
L’incontro, o almeno il tentativo di abboccamento ci fu, però
con Garibaldi ancora convalescente, che non lo ricevette, ma si
limitò a salutarlo militarmente da una finestra.
E’
stato proprio per liberarsi da un peso originario che si portavano
appresso che, i due autori, entrambi discendenti di Luigi Ferrari,
hanno scritto questo libro per restituire alla memoria un personaggio
nel complesso senz’altro positivo.
La
lettura è comunque gradevole e anche per questo consigliata.
Marco
Ferrari è
giornalista, scrittore e autore televisivo. Ha esordito nella
narrativa nel 1988 con il romanzo Tirreno,
cui hanno fatto seguito Isogni
di Tristan, Alla rivoluzione sulla Due Cavalli(dal
quale ha tratto la sceneggiatura dell'omonimo film che ha vinto il
Pardo d'Oro al Festival di Locarno 2001), Grand
Hotel Oceano, La vera storia del mitico undici, Ti ricordi Glauber,
Cuore Atlantico, Morire a Clipperton, Le nuvole di Timor.
Il suo ultimo libro, il reportage Mare
verticale,
ha raggiunto la quarta edizione.
Arrigo
Petacco è
nato a Castelnuovo Magra (La Spezia) e vive a Portovenere.
Giornalista, inviato speciale, è stato direttore della
«Nazione» e di «Storia illustrata », ha
sceneggiato film e realizzato programmi televisivi di successo. Nei
suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso
verità giudicate incontestabili. Fra gli altri ricordiamo,
pubblicati da Mondadori:Dear
Benito, caro Winston, I ragazzi del '44, La regina del Sud, Il
Prefetto di ferro, La principessa del Nord, La Signora della Vandea,
La nostra guerra. 1940-1945, Il comunista in camicia nera, L'archivio
segreto di Mussolini, Regina. La vita e i segreti di Maria José,
Il Superfascista, L'armata scomparsa, L'esodo, L'anarchico che venne
dall'America, L'amante dell'imperatore, Joe Petrosino, L'armata nel
deserto, Ammazzate quel fascista!, Il Cristo dell'Amiata, Faccetta
nera, L'uomo della Provvidenza, La Croce e la Mezzaluna, ¡Viva
la muerte!, L'ultima crociata, La strana guerra, Il Regno del Nord, O
Roma o morte, Quelli che dissero no, Eva e Claretta, A Mosca, solo
andata, Nazisti
in fuga, La
storia ci ha mentito e Ho
sparato a Garibaldi.
Renzo
Montagnoli
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