Il
viaggiatore del giorno dei Morti
di
Georges Simenon
Traduzione
di Laura Frausin Guarino
Edizioni
Adelphi
www.adelphi.it
Narrativa
romanzo
Collana
Biblioteca Adelphi
Pagg.
271
ISBN
9788845914645
Prezzo
Euro 18,00
L’oppressione
della borghesia
L’orfano
sbarca a La Rochelle all’imbrunire e inizia la sua vicenda
venendo a conoscenza di essere l’unico erede di una colossale
fortuna lasciatagli dallo zio, fratello di suo padre. Per uno che di
certo non se la passa bene dovrebbe essere un tripudio di gioia, ma
non è così, perché certe ricchezze sono frutto
di insulsi ricatti, sono il termometro di una società malata
in cui un’agiata borghesia ha dei conti in sospeso, e non si
tratta di bazzecole. Lo zio era temuto e odiato e il nipote, per la
sua qualità di erede, è pure malvisto in un mondo dalle
posizioni cristallizzate, pressoché inamovibili, tanto più
che, se all’apparenza potrebbe essere considerato un ingenuo, è
tutt’altro, perché vuol sapere, vuol conoscere,
soprattutto, come tanti, è interessato al contenuto di una
cassaforte di cui ha la chiave, ma non la combinazione. Chi vorrebbe
consigliarlo non è per niente un amico, bensì si tratta
di persone in rapporti d’affari con lo zio, da cui erano
autenticamente vessati. Il giovane, che di nome fa Gilles Mauvoisin,
nel mentre cerca di penetrare i segreti del parente deceduto,
amministra con rigore e anche con capacità il notevole
patrimonio, quasi esclusivamente costituito da partecipazioni in
lucrose iniziative. La vena gialla del romanzo affiora però
quando dapprima muore avvelenata la moglie paralitica di un medico
che è l’amante di Colette, moglie dello zio deceduto e
relegata dal marito a semplice comparsa quando questi si accorge
della tresca, e più tardi quando si scopre che anche lo zio
Octave Mauvoisin era morto non per cause naturali, bensì per
l’ingestione di arsenico. A complicare il tutto subentra
un’altra questione e cioè che il giovane Gilles, benché
sposato con Alice, si innamora della zia Colette, giovane, più
carina che bella e che assomiglia, come tipo, alla defunta nonna
paterna. Gli sviluppi dei casi sono in rapida evoluzione, ma non
aggiungo altro, perché altrimenti tolgo quel po’ di
mistero che caratterizza il romanzo, limitandomi a dire che alla fine
sarà uno di quei pochi casi in cui si potrà dire, per
tutte le parti coinvolte, che vissero felici e contenti. In un certo
qual modo Simenon pare sottendere che la malvagità è
stata giustamente punita, ma che le colpe primigenie di questa classe
arricchita non sono state purgate, sono state semplicemente auto
perdonate. Il mondo chiuso della cittadina di La Rochelle che, con
l’arrivo del giovane Gilles e la sua ricerca della verità,
era entrato in ebollizione si assopisce nuovamente, ognuno
prigioniero del suo ruolo in cui l’apparenza prevale sulla
sostanza. Non sarà così per Gilles e Colette perché
in fondo hanno voluto e saputo affrontare l’ostracismo di un
ambiente chiuso e che proprio per questo se ne andranno liberi per il
mondo.
Il
viaggiatore del giorno dei Morti è un altro stupendo
romanzo di Georges Simenon.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato
centonovantatre romanzi
pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e
racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature»
e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a
Jean Pauhlan,
da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli
autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André
Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più
grande e il più autentico che
la letteratura
francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo
ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline:
«Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon
dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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