Se
una notte d’inverno un viaggiatore
di
Italo Calvino
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
romanzo
Collana
Oscar
Pagg.
264
ISBN
9788804668381
Prezzo
Euro 14,00
Originale,
ma non un capolavoro
E’
indubbio che Italo Calvino sia stato uno dei più importanti
narratori e intellettuali italiani del novecento, mai fossilizzandosi
su una corrente letteraria, ma sempre pronto ad aderire alle nuove
tendenze, sia pur tenendo una linea autonoma e volta a ulteriori
approfondimenti. Forse più noto al grande pubblico per il
periodo fantastico (Il barone rampante, Il cavaliere
inesistente, Il visconte dimezzato) riveste
successivamente un ruolo di primo piano in un nuovo modo di fare
letteratura, interpretata ora come puro artificio, ora come gioco
combinatorio; in quest’ultimo caso la scrittura si definisce
combinatoria perché il sistema che consente di scrivere non è
più un mezzo, ma assume un ruolo prioritario all’interno
della produzione letteraria. In poche parole per Calvino l’aspetto
linguistico ha di fatto estromesso la realtà e così il
romanzo non è altro che un meccanismo risultante da un gioco
artificioso praticato combinando le parole stesse. E’ in
quest’ottica che nel 1972 scrive Le città invisibili
e nel 1979 Se una notte d’inverno un viaggiatore,
opera quest’ultima in cui accentua il meccanismo combinatorio,
intraprendendo una ricerca sulla scrittura in sé e soprattutto
sui vari ed eterogenei rapporti fra autore e lettore. Nel romanzo
sono presenti dieci spunti, o meglio ancora dieci indizi, ognuno
corrispondente a un diverso tipo di narrazione; la struttura è
imperniata su un lettore che tentando di leggere un romanzo dal
titolo Se una notte d’inverno un viaggiatore è
costretto, per motivi sempre diversi, a interrompere e a passare a un
altro testo. L’opera, congegnata in tal modo, diventa un vero e
proprio esercizio, o meglio ancora un gioco letterario, in cui ciò
che più conta è la schematicità a incastro
piuttosto che i contenuti, insomma, a voler ben guardare, è il
risultato di un lavoro intellettuale al servizio degli intellettuali.
Secondo me, pur ravvisando tanti meriti, questo è il suo
limite, perché in effetti si tratta di un lavoro che ha una
sola finalità: se stesso. Apprezzabile, indubbiamente,
originale, su questo non ci piove, ma la fine arguzia, la satira
precisa con le metafore del periodo fantastico per me sono altra
cosa; posso apprezzare l’abilità stilistica dell’autore
in Se una notte d’inverno un viaggiatore, ma non
mi emoziono, come se mi trovassi di fronte a una bella donna, fredda
al punto tale da impedirmi di accendere la passione.
Non
metto in dubbio la grandissima abilità di Calvino, ma può
anche essere che io sia un lettore difficile, con esigenze mie
peculiari che non coincidono con quelle di molti altri, ma più
di considerare questo romanzo un bel libro non mi sento; non mi va
insomma di gridare al capolavoro.
Italo
Calvino (Santiago
de Las Vegas, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985).Ha
scritto numerosi testi di narrativa, fra i quali:
Il
sentiero dei nidi di ragno (1947), Ultimo viene il corvo (1949), Il
visconte dimezzato (1952), Fiabe italiane (1956), Il barone rampante
(1957), Il cavaliere inesistente (1959), Marcovaldo ovvero
Le stagioni in città (1963), La giornata di uno scrutatore
(1963), Il castello dei destini incrociati (1969), Le città
invisibili (1972).
Renzo
Montagnoli
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