Il
procuratore
di
Andrea Vitali
Garzanti
Libri
Narrativa
Pagg.
144
ISBN
9788811678151
Prezzo
Euro 15,60
Un
lenone non spregevole
Il
termine procuratore potrebbe far intendere che si tratta del
magistrato inquirente che perseguita i criminali o al massimo che è
riferito alla figura di una persona che agisce in nome e per conto di
un’altra sulla base di un preciso mandato scritto; non è
così, perché Marco Perini, il personaggio principale di
questo romanzo, procura ragazze giovani e molto disponibili sia per
le case chiuse che per l’esercizio del meretricio in proprio.
Un tipo così potrebbe essere definito giuridicamente come un
protettore, un lenone, un magnaccia; la differenza è che lui
non rischia di essere incriminato, perché siamo nel ventennio
virile del fascismo in cui il perfetto italiano doveva essere
considerato come un toro da monta e quindi qualsiasi attività
volta al raggiungimento dello scopo non poteva essere considerata
illecita. Il romanzo, il primo dell’autore comasco, trae
origine, come specificato dallo stesso nella prefazione, da un
episodio raccontatogli dal padre e da lui, grazie alla innata
creatività, ampliato con soluzioni, situazioni ed eventi volti
a descrivere un certo mondo in una ben precisa epoca. In effetti, di
tutte le opere di Vitali che ho fino a ora letto, questa, pur con
certe carenze rivenienti da una naturale inesperienza, mi sembra
forse la migliore, perché ha il pregio di soffermarsi sulle
caratteristiche dei protagonisti, descrivendoli in modo chiaro con
semplici e concise parole, tutti attori ben inseriti in una vicenda
tutto sommato non trascendentale, ma che è proprio nella
riproduzione dell’ambiente e dell’atmosfera che trae il
maggior pregio. Intendiamoci, se è vero che si sorride, anche
perché la satira politica non è nelle corde
dell’autore, non è che a lettura ultimata ci si lasci
trascinare dall’entusiasmo per i particolari contenuti, o per
il messaggio portato, no, sarebbe pretendere troppo, mentre invece la
valenza va cercata nella capacità di far trascorrere
piacevolmente alcune ore, che è poi la caratteristica dei
lavori di questo autore, un buon artigiano della penna, ma non di
certo un artista di particolare spessore. Del resto, costretto in
casa da una fastidiosa bronchite, ho trovato una via di fuga al tedio
giornaliero proprio in questo romanzo, ripromettendomi di leggerne
altri dello stesso autore quando avrò la necessità di
staccare, quando riterrò opportuno non impegnarmi in letture
difficili, bensì di abbandonarmi al puro e semplice piacere di
un teatrino frivolo e rasserenante.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali
si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti)
e Viva
più che mai (Garzanti).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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