La
figlia del podestà
di
Andrea Vitali
Garzanti
Libri
Narrativa
romanzo
Pagg.
350
ISBN
9788811597582
Prezzo
Euro 18,60
Oggi
come ieri
Il
romanzo è ambientato a Bellano nel ventennio, ma per certe sue
caratteristiche è senz’altro attuale in una provincia
che, ampliata al quadro nazionale, evidenzia vizi (molti) e virtù
(poche). Si deve dare atto a Vitali che, senza scrivere opere di
grandissimo pregio, riesce ad avvincere il lettore come pochi autori
sanno fare, tanto che i suoi libri, come le droghe, finiscono con il
creare dipendenza e io stesso, benché scettico agli inizi, ne
sono la prova. Sarà per la sua abilità nel congegnare
una commedia degli equivoci, sarà per la sua fantasia, che
sembra non avere limiti, ma sta di fatto che una volta preso in mano
un suo libro è difficile staccarsene. In questo La
figlia del podestà
accade di tutto: un matrimonio in cui, al momento della domanda di
rito, anziché sillabare il fatidico “sì”
la sposina pronuncia un laconico “no” , il testimone
dello sposo che, dopo un po’ di tempo, impalma la fanciulla che
aveva così impedito la cerimonia, il figlio di loro due che si
innamora della figlia del podestà (che altri non è se
non lo sposo del matrimonio andato in fumo), il podestà stesso
che briga per un colossale affare (una linea di idrovolanti per
collegare alcuni paesi del lago) che si rivelerà una truffa,
insomma un’Italia in miniatura, tale e quale doveva essere
all’epoca il nostro paese e come è anche adesso. Se a
volte ho imputato a Vitali una mancanza di coraggio per non aver
colto occasioni per una satira, limitandosi al più a una
bonaria ironia, con questo romanzo e, almeno limitatamente allo
stesso, mi devo ricredere. La figura del podestà, del politico
fascista tronfio, abituato a essere obbedito, con la naturale
inclinazione a far ciò che torna gradito senza porsi tante
remore è disegnata in modo perfetto e assomiglia tanto a non
pochi politicanti del giorno d’oggi. Insomma, da qualsiasi
lato lo si voglia vedere, sotto tutti i piani di lettura, La
figlia del podestà
avvince e diverte e soprattutto nei trascorsi giorni di tempo pessimo
ha rappresentato per me un eccellente mezzo di svago.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti)
e Viva
più che mai (Garzanti).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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