I
ponti della Delizia
di
Guido Cervo
Edizioni
Piemme
Narrativa
romanzo
Pagg.
390
ISBN
9788856625110
Prezzo
Euro 5,90
Non
tutto è perduto
Nelle
ultime pagine del libro c’è una nota dell’autore,
unitamente ai ringraziamenti, che a mio parere meriterebbe di essere
visionata prima di procedere alla lettura del romanzo vero e proprio.
Cosa dice in pratica Guido Cervo? Parla delle difficoltà di
scrivere un’opera avente per tema la tragica vicenda di
Caporetto, il che giustifica la poca narrativa al riguardo, mentre
invece, pur non molta, ma comunque di discreta entità sono la
saggistica e la memorialistica; in effetti la ritirata dell’esercito
italiano dalle posizioni dell’Isonzo, avvenuta per la quasi
totalità dell’evento in modo disordinato, perché
si trattò di una vera e propria rotta, si è
concretizzata in un numero piuttosto rilevante di episodi, di atti di
eroismo, in alcuni casi di viltà, e che non potendo essere
descritti tutti possono falsare la visione d’insieme. Aggiungo
poi, e questa è una mia opinione, che c’è una
naturale ritrosia ad affondare il bisturi in una ferita che, a
distanza di un secolo, se non ancora viva, risulta però sempre
bruciante. Al di là delle difficoltà oggettive e
soggettive Cervo, con questa sua opera, è riuscito
nell’intento di far conoscere al lettore quel tragico evento,
con una prosa asciutta, per nulla retorica e scegliendo di
privilegiare, pur senza trascurarne altre, due vicende con dei
protagonisti azzeccati che destano immediata simpatia. Troviamo così
la giovane e graziosa maestra Ersilia, vedova di guerra, che nella
fuga da Udine prossima a essere occupata dagli austriaci si lega e si
accompagna ad Anita, una bimba del locale brefotrofio. E’ una
vera e propria odissea, sotto la pioggia incessante, con presente
sempre la fame e in cui si fanno tanti incontri, fra cui uno con un
tenente degli arditi che lascia sperare che possa aver un seguito di
natura sentimentale. L’altro protagonista è un sergente,
Tarcisio, un contadino bergamasco, pure lui in fuga con alcuni
soldati del suo reparto. Anche qui pioggia a catinelle e tanta fame,
a cui si aggiungono frequenti scontri con un nemico incalzante (a
proposito, molto belle sono le pagine in cui si descrivono i fatti
bellici). L’obiettivo per i soldati in rotta e per i civili in
fuga è il fiume Tagliamento e i suoi ponti, per passare
dall’altra parte, certi che il corso d’acqua sarà
una difesa naturale (sappiamo che poi invece si dovette arretrare
fino al Piave, peraltro meglio difendibile). E in prossimità
di uno di questi ponti le vicende di Ersilia e di Tarcisio si
incroceranno, anche se per pochissimo tempo in quelle che sono le
pagine più toccanti del romanzo, che stempera la tensione del
lettore in vera e propria commozione. Non aggiungo altro, il libro mi
è piaciuto molto perché l’autore non si limita
alle sole vicende vere e proprie, ma tenacemente, pagina dopo pagina,
lancia un sincero messaggio di pace, che senza essere urlato, entra
piano piano nei nostri cuori, perché in fondo le storie di
Ersilia e di Tarcisio, due persone del tutto normali, ma nel loro
piccolo autentici eroi, sono la ragione e l’amore che
prevalgono sull’insensatezza e sulla ferocia.
Da
leggere, pertanto.
Guido
Cervo vive
e lavora a Bergamo. È autore di romanzi di successo, tutti
pubblicati da Piemme, tra cui "La trilogia del Legato romano",
che ora viene riproposta, nel suo primo volume, in una nuova
versione, la serie Il Teutone e due romanzi che affrontano i tragici
conflitti mondiali del Novecento: Via dalla trincea e Bandiere rosse,
aquile nere.
Renzo
Montagnoli
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