L’Italia
invasa
1943
– 1945
di
Gianni Rocca
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Storia
Pagg.
264
ISBN
9788804464341
Prezzo
Euro 7,75
La
Campagna d’Italia degli Anglo-americani
Nel
corso della seconda guerra mondiale gli alleati sbarcarono in Sicilia
il 10 luglio 1943, prima indispensabile fase dell’operazione
Husky e che segnò l’inizio della Campagna d’Italia,
una vera e propria invasione che avrebbe portato gli angloamericani,
risalendo la penisola, alla completa conquista del nostro paese, con
la resa delle truppe tedesche avvenuta formalmente il 29 aprile 1945.
Si trattò quindi di ben ventidue mesi di battaglie cruente con
inevitabili ripercussioni sulla popolazione civile, già
stremata da una guerra che ci aveva visto sempre in estrema
difficoltà. Peraltro, ad aggravare situazione, dopo
l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943 ci fu la
pesante occupazione tedesca e la nascita della Repubblica Sociale
Italiana che diede l’avvio a una crudele e sanguinosa guerra
civile. Se è indubbio che il fronte italico era da
considerarsi secondario nell’ottica del grande sbarco preparato
e poi realizzato in Normandia, e che quindi le truppe alleate
impegnate nello stivale non erano né particolarmente
consistenti, né di rilevante qualità, fatte salve
alcune divisioni, non si trovano giustificazioni logiche per un così
lungo periodo di combattimenti, se non in due aspetti che possono ben
spiegare la circostanza: il comandante tedesco, il maresciallo Albert
Kesserling, riuscì, con notevole abilità, a ritardare
l’avanzata alleata, nonché a contrastare efficacemente
le due operazioni di sbarco, la prima nel golfo di Salerno, la
seconda ad Anzio; contro un simile avversario i comandanti dei corpi
di spedizione americano e inglese, rispettivamente i generali Mark
Ckark e Harold Alexander (quest’ultimo responsabile delle
operazioni), pur di capacità non inferiori e con mezzi
senz’altro superiori, mostrarono ampie carenze dovute
soprattutto alla rivalità esistente fra di loro. Per spiegare
quanto di negativo abbia comportato la litigiosità fra i
comandanti alleati basta ricordare che Clark venne meno all’incarico
ricevuto nell’ambito del grande attacco alle linee tedesche
imperniate su Cassino solo per arrivare primo a Roma, impedendo così
l’accerchiamento di una rilevante entità delle forze
nemiche. Comunque vi furono anche errori involontari, ma
indubbiamente assai perniciosi, come quello, una volta sbarcati ad
Anzio, di non procedere celermente verso l’interno, attesa
l’assenza di tedeschi, ai quali fu lasciato tutto il tempo
necessario per organizzarsi e intervenire.
Purtroppo,
la guerra, che è già un’orrenda realtà, è
fatta dagli uomini e quando i capi di questi non sono adeguati,
oppure non vanno d’accordo, inevitabilmente se ne pagano le
conseguenze, conseguenze che si tradussero in grosse perdite degli
alleati e nelle migliaia di vittime della popolazione civile.
Il
saggio storico di Gianni Rocca parla appunto di questa invasione, del
lento progredire dell’avanzata alleata, delle sofferenze degli
italiani che si accentuarono indicando eventi, personaggi, cause,
risultati. Si tratta di uno dei periodi più tragici della
nostra storia che i giovani oggi sovente non conoscono e di cui
invece dovrebbero essere resi edotti, perché il nostro cammino
verso la libertà non fu una passeggiata, fu un percorso di
lacrime e sangue.
Gianni
Rocca (Torino, 22
ottobre 1927 – Roma, 20
febbraio 2006)
è stato un giornalista
italiano, fra i fondatori del quotidiano La Repubblica.
A partire dagli anni ottanta si è dedicato anche a scrivere
opere di riflessione storica che hanno avuto grande successo. Al
riguardo, fra le più note, si ricordano Cadorna, il
generalissimo di Caporetto; Fucilate gli ammiragli. La tragedia della
Marina italiana nella seconda guerra mondiale; L’Italia invasa:
1943 – 1945; Stalin: quel “meraviglioso georgiano”;
Caro revisionista, ti scrivo….
Renzo
Montagnoli
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