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  Recensioni  »  Il passeggero del Polarlys, di Georges Simenon, edito da Adelphi 30/05/2018
 

Il passeggero del Polarlys

di Georges Simenon

Traduzione di Annamaria Carenzi Vailly

Edizioni Adelphi

Narrativa romanzo

Collana Biblioteca Adelphi

Pagg. 157

ISBN 9788845930812

Prezzo Euro 17,00


Il torpore di Simenon


Simenon, la cui scrittura è attenta ai particolari al punto di rasentare la pignoleria, ogni tanto tuttavia si prende un periodo di svago, durante il quale scrive romanzi che, se fossero di altri autori meno blasonati, si potrebbero considerare nel complesso soddisfacenti, ma, portando in calce invece quella firma così nota, si rivelano per essere delle prose invero modeste, magari con una trama interessante, ma prive di tutte quelle caratteristiche positive che così tanto hanno indotto il pubblico dei lettori ad apprezzare l’autore belga. Prendiamo questo romanzo di navigazione, che forse vuole evocare, non riuscendoci, certe atmosfere tipiche di Joseph Conrad, un noir privo di una vera e propria tensione, con parecchi rallentamenti nel ritmo, in contrasto con la dinamicità dell’ambiente (il mare del Nord in tempesta), ebbene se all’inizio riesce a presentare qualche motivo di interesse poi, piano piano, procede stancamente e così si arriva alla fine con la scoperta dell’assassino di turno che lascia alquanto basiti, perché se è vero che era il meno sospettabile, è altrettanto certo però che la soluzione si presenta tutt’altro che logica. C’è qualche pagina buona, come se occasionalmente Simenon si fosse scosso dal torpore che lo aveva pervaso, ma questo implica che appaiano ancor più stridenti quelle parti – e sono molte – in cui c’è più verbosità che sostanza.

Peccato, a fronte di tanti capolavori mano a mano che procedo nella lettura della corposa produzione letteraria dell’autore mi imbatto, ormai con una certa frequenza, in opere che, solo per rispetto nei confronti di un grande scrittore, non esito a definire minori, se non marginali.



Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».



Renzo Montagnoli





 
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