Il
passeggero del Polarlys
di
Georges Simenon
Traduzione
di Annamaria Carenzi Vailly
Edizioni
Adelphi
Narrativa
romanzo
Collana
Biblioteca Adelphi
Pagg.
157
ISBN
9788845930812
Prezzo
Euro 17,00
Il
torpore di Simenon
Simenon,
la cui scrittura è attenta ai particolari al punto di
rasentare la pignoleria, ogni tanto tuttavia si prende un periodo di
svago, durante il quale scrive romanzi che, se fossero di altri
autori meno blasonati, si potrebbero considerare nel complesso
soddisfacenti, ma, portando in calce invece quella firma così
nota, si rivelano per essere delle prose invero modeste, magari con
una trama interessante, ma prive di tutte quelle caratteristiche
positive che così tanto hanno indotto il pubblico dei lettori
ad apprezzare l’autore belga. Prendiamo questo romanzo di
navigazione, che forse vuole evocare, non riuscendoci, certe
atmosfere tipiche di Joseph Conrad, un noir privo di una vera e
propria tensione, con parecchi rallentamenti nel ritmo, in contrasto
con la dinamicità dell’ambiente (il mare del Nord in
tempesta), ebbene se all’inizio riesce a presentare qualche
motivo di interesse poi, piano piano, procede stancamente e così
si arriva alla fine con la scoperta dell’assassino di turno che
lascia alquanto basiti, perché se è vero che era il
meno sospettabile, è altrettanto certo però che la
soluzione si presenta tutt’altro che logica. C’è
qualche pagina buona, come se occasionalmente Simenon si fosse scosso
dal torpore che lo aveva pervaso, ma questo implica che appaiano
ancor più stridenti quelle parti – e sono molte –
in cui c’è più verbosità che sostanza.
Peccato,
a fronte di tanti capolavori mano a mano che procedo nella lettura
della corposa produzione letteraria dell’autore mi imbatto,
ormai con una certa frequenza, in opere che, solo per rispetto nei
confronti di un grande scrittore, non esito a definire minori, se non
marginali.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto
il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati
sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e
memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e
disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in
lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero
Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più
autentico che la letteratura francese abbia oggi»;
Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di
Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci
sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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