L’ombra
delle colline
di
Giovanni Arpino
Edizioni
Lindau
www.lindau.it
Narrativa
romanzo
Pagg.
248
ISBN
9788867085392
Prezzo
Euro 19,50
Alla
ricerca di se stesso
L’ombra
delle colline potrebbe sembrare, di primo acchito, un romanzo
che parla delle inquietudini e della disillusione di un giovane che
ha vissuto, quando era ancora poco più di un bambino, la dura
e crudele lotta partigiana. Nel viaggio che, attraverso l’Italia
riporta Stefano, a guerra ormai finita da tempo, al natio Piemonte in
fondo per ritrovare se stesso, si innesta la memoria di quel periodo
da adolescente che lo ha così condizionato, soprattutto per un
episodio, ricorrente nei suoi incubi notturni, in cui quasi per
gioco uccide un tedesco con la rivoltella sottratta al padre,
colonnello dell’esercito che ha vissuto l’8 settembre
1943 come il giorno del crollo di ogni certezza. Nel viaggio è
accompagnato dalla sua ragazza, Laura, Lu, con cui è
instaurato uno strano rapporto, poiché lui è
naturalmente portato a non fidarsi.
Come
credo sia possibile capire per ogni lettore abituato a fare
riflessioni pagina dopo pagina, questo viaggio è certamente
geografico, ma soprattutto intimo, è una ricerca di se stesso,
è il tentativo di metabolizzare il passato per poter
continuare una vita senza l’oppressione di colpe vere o
presunte. Il tema non è certo facile da svolgere, perché
presuppone una capacità di analisi introspettiva di
particolare difficoltà, tanto più che si tratta di
esporla in modo da renderla comprensibile ai più. Lo stile è
asciutto e questo aiuta non poco; tuttavia, pur riconoscendo ad
Arpino indubbie qualità, il tentativo è solo in parte
riuscito. Grande merito, invece, gli deve essere attribuito per la
descrizione di quel senso di spaesamento che prese gli italiani
l’indomani dell’8 settembre, con il crollo di ataviche
certezze così ben esposto nel caso del padre colonnello e con
le difficoltà di una scelta consapevole fra andare in montagna
e combattere i tedeschi, o aderire alla Repubblica Sociale Italiana,
tanto è vero che Stefano, mentendo sulla sua età, prima
indossa la camicia nera, poi passa ai partigiani soprattutto perché
fra questi c’è l’amico d’infanzia Francesco.
Ci
troviamo quindi di fronte a un’opera di particolare e rilevante
impegno che si presta a diverse interpretazioni, ma quella
principale, vale a dire la perdita del senso del tempo, fatto di
tanti quadri non combacianti, slegati fra loro, propri di chi è
stato catapultato dall’adolescenza alla drammatica realtà
di una guerra civile, è solo in parte comprensibile e
accettabile nella sua esposizione. Ciò non toglie che L’ombra
delle colline sia meritevole di essere letto e proprio per
questo mi sento di consigliarlo.
Giovanni
Arpino,
nato a Pola nel 1927 da genitori piemontesi e morto a Torino nel
1987, è stato per molti anni giornalista sportivo.
Tra
i suoi libri: Sei
stato felice, Giovanni (1952); Gli
anni del giudizio (1958); La
suora giovane (1959); Un
delitto d'onore (1961); Una
nuvola d'ira(1962); L'ombra
delle colline (1964,
premio Strega); Il
buio e il miele (1969); Randagio
è l'eroe (1972); Domingo
il favoloso (1975); Il
primo quarto di luna (1976); Azzurro
tenebra (1977); Il
fratello italiano (1980,
premio Campiello); La
sposa segreta (1983). Passo
d'addio,
uscito per la prima volta nel 1986, è stato il suo ultimo
romanzo.
Renzo
Montagnoli
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