Il
Sorcio
di
Georges Simenon
Traduzione
di Simona Mambrini
Edizioni
Adelphi
www.adelphi.it
Narrativa
romanzo giallo
Pagg.
160
ISBN
9788845931710
Prezzo
Euro 18,00
C’è
Lucas, ma non Maigret
Pare
incredibile, ma in questo romanzo c’è un’indagine
del Quai des Orfèvres che non è condotta da Maigret, ma
dai suoi ben noti aiutanti, Lucas in primis. Probabilmente Simenon ha
voluto concedere un indispensabile periodo di riposo al suo ben noto
commissario e si è inventato questo giallo che, prima ancora
di stupire per l’assenza di colui che ha costituito
un’autentica fortuna per il suo creatore, si presenta come un
frizzante gioco a incastri con un personaggio del tutto particolare
e, a suo modo, simpatico. Sì, perché quel vagabondo
sempre in movimento trascinando una gamba e che è conosciuto
con il nomignolo di “Sorcio” è un individuo che,
per quanto respinto ai limiti della società, ha una
personalità che non può che renderlo interessante. Gli
altri protagonisti del corpo di polizia ci sono ben noti, dall’ora
commissario Lucas a quel testone di Lorgnon e quindi la novità
è rappresentata appunto dal Sorcio che nel suo peregrinare e
mendicare si imbatte in un portafoglio ben fornito, con una somma
tale da costituire una garanzia per un’agiata vecchiaia.
L’averlo rinvenuto sembrerebbe quindi una fortuna se non ci
fosse un piccolo particolare e cioè che accanto a
quell’oggetto così prezioso c’era un cadavere,
anzi un morto ammazzato. Il Sorcio non si perde d’animo e mette
in atto un piano assai articolato in base al quale quella somma che
ora porta alla polizia, senza ovviamente far menzione del cadavere,
da lì a un anno ritornerebbe nelle sue mani. Inizia così
una storia ricca di colpi di scienza, di ipotesi che nascono nella
mente del lettore e che vengono puntualmente disattese, una vicenda
che sale agli ultimi piani dell’alta finanza per scendere anche
ai bassifondi della città, in un susseguirsi di sorprese che
riescono a mantenere alta la tensione, almeno fino alla soluzione
finale, non campata in aria, ma, secondo me, non all’altezza
dell’intrigo impostato. Comunque il divertimento è
assicurato e quindi la lettura è senz’altro consigliata.
Georges
Simenon,
romanziere
francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500
romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa
europea.
Grande
importanza ha poi all'interno del genere poliziesco, grazie
soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret.
La
tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta
lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i
settecento milioni di copie. Secondo l'Index
Translationum,
un database curato dall'UNESCO, Georges Simenon è il
quindicesimo autore più tradotto di sempre.
Grande
lettore fin da ragazzo in particolare di Dumas, Dickens, Balzac,
Stendhal, Conrad e Stevenson, e dei classici. Nel 1919 entra come
cronista alla «Gazette de Liège», dove rimane per
oltre tre anni firmando con lo pseudonimo di Georges
Sim.
Contemporaneamente
collabora con altre riviste e all'età di diciotto anni
pubblica il suo primo romanzo.
Dopo
la morte del padre, nel 1922, si trasferisce a Parigi dove inizia a
scrivere utilizzando vari pseudonimi; già nel 1923 collabora
con una serie di riviste pubblicando racconti settimanali: la sua
produzione è notevole e nell'arco di 3 anni scrive oltre 750
racconti. Intraprende poi la strada del romanzo popolare e tra il
1925 e il 1930 pubblica oltre 170 romanzi sotto vari pseudonimi e con
vari editori: anni di apprendistato prima di dedicarsi a una
letteratura di maggior impegno.
Nel
1929, in una serie di novelle scritte per la rivista «Détective»,
appare per la prima volta il personaggio del Commissario
Maigret.
Nel
1931, si avvicina al mondo del cinema: Jean Renoir e Jean Tarride
producono i primi due film tratti da sue opere.
Con
la prima moglie Régine Renchon, intraprende lunghi viaggi per
tutti gli anni trenta. Nel 1939 nasce il primo figlio, Marc.
Nel
1940 si trasferisce a Fontenay-le-Comte in Vandea: durante la guerra
si occupa dell'assistenza dei rifugiati belgi e intrattiene una lunga
corrispondenza con André Gide. A causa di un'errata diagnosi
medica, Simenon si convince di essere gravemente malato e scrive,
come testamento, le sue memorie, dedicate al figlio Marc e
raccolte nel romanzo autobiografico Pedigree.
Accuse
di collaborazionismo, poi rivelatesi infondate, lo inducono a
trasferirsi negli Stati Uniti, dove conosce Denyse Ouimet che
diventerà sua seconda moglie e madre di suoi tre figli. Torna
in Europa negli anni Cinquanta, prima in Costa azzurra e poi in
Svizzera, a Epalinges nei dintorni di Losanna.
Nel
1960 presiede la giuria della tredicesima edizione del festival di
Cannes: viene assegnata la Palma d'oro a La
dolce vita di
Federico Fellini con cui avrà una lunga e duratura amicizia.
Dopo pochi anni Simenon si separa da Denyse Ouimet.
Nel
1972 lo scrittore annuncia che non avrebbe mai più scritto, e
infatti inizia l'epoca dei dettati: Simenon registra su nastri
magnetici le parole che aveva deciso di non scrivere più. Nel
1978 la figlia Marie-Jo muore suicida. Nel 1980 Simenon rompe la
promessa fatta otto anni prima e scrive di suo pugno il romanzo
autobiografico Memorie
intime,
dedicato alla figlia.
Georges
Simenon muore a Losanna per un tumore al cervello nel 1989.
Le
opere:
"Spesso
i romanzi di Simenon si discostano dagli schemi dell’inchiesta
per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con
efficacia l’atmosfera grigia e stagnante della provincia
francese. Fra i temi ricorrenti, che danno una singolare unità
a una produzione sterminata, il maggiore è quello della
solitudine, che si accompagna a quello della suprema stanchezza di
fronte al male e alla sconfitta" (Garzantina
della Letteratura,
2007).
Ricordiamo Il
caso Saint-Fiacre (Adelphi,
1996), Il
testamento Donadieu (Adelphi
1988), Una
confidenza di Maigret (Mondadori,
1982), Maigret
e il signor Charles (Mondadori,
1994), La
balera da due soldi (Adelphi,
1995), Le
signorine di Concarneau
(Adelphi, 2013), Faubourg (Adelphi,
2013), L'angioletto (Adelphi,
2013), I
fratelli Rico (Adelphi,
2014), I
clienti di Avrenos (Adelphi,
2014), Il
grande male (Adelphi,
2015), Cargo (Adelphi,
2017).
Renzo
Montagnoli
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