Il
cavaliere dei Rossomori.
Vita
di Emilio Lussu
di
Giuseppe Fiori
Edizioni
Il Maestrale
Storia
biografia
Pagg.
512
ISBN
9788864290249
Prezzo
Euro 12,00
Un
uomo perbene
Se
avete l’ardire di chiedere a un gruppo di studenti chi sia
Emilio Lussu, non meravigliatevi se vedrete dei volti con espressioni
stupite, o peggio ancora sfuggenti, tipiche di chi non è in
grado di dare una risposta. Al più, se si è
particolarmente fortunati, può darsi che qualcuno, pescando
nella memoria, risponda che si tratta dell’autore di Un anno
sull’altopiano, un libro contro la guerra, ma anche in
questo caso non potrete mai avere un ritratto, almeno abbozzato, di
quest’uomo.
Sì,
è certamente l’autore di Un anno sull’altopiano,
romanzo assai riuscito tanto da poter essere accostato a Niente di
nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, opere
entrambe che si pongono in un atteggiamento critico e costruttivo
del fenomeno della guerra in generale, pur partendo dalle diverse
esperienze degli autori. A differenza del narratore tedesco Lussu è
un protagonista di un secolo, quello trascorso, in cui ha potuto
manifestare tutte le sue indubbie qualità di uomo e di
politico, sempre in prima persona, sia quando da acceso interventista
partecipa alla Grande Guerra, chiaro esempio per i soldati a lui
sottoposti, sempre primo nell’affrontare il nemico, sempre
ultimo nel retrocedere, tanto da meritarsi, oltre a promozioni sul
campo, anche ben quattro medaglie al valore. La guerra, gli scontri,
le carneficine forgiano l’uomo Lussu, gli fanno comprendere il
senso immane di quella tragedia, indirizzano la sua vita alla difesa
delle classi più deboli ed è ciò che farà
nel ritorno alla sua Sardegna, organizzando i contadini e i pastori
nel Partito Sardo d’Azione, che aveva per emblema i quattro
mori. Sono gli anni in cui sorge e impera il fascismo, che trova
nello scrittore sardo un fiero e valido oppositore. Lui non si tira
mai indietro, affronta di petto i facinorosi e, per legittima difesa,
ne uccide uno. Viene prosciolto dal Tribunale, ma i fascisti non sono
d’accordo e lo mandano cinque anni al confino, a Lipari, da cui
riesce a fuggire rocambolescamente con Rosselli e Nitti. Inizia così
il lungo pellegrinaggio da esule all’estero, tanto che
rientrerà in Italia solo dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943 e si dedicherà anima e corpo alla nuova Italia,
a quella che nascerà con la Repubblica e la costituzione,
diventando anche ministro, per il Partito Socialista, nei primi
governi; uomo di sinistra, ma autonomo da ogni condizionamento
esterno uscirà poi dal partito nel 1964, aderendo al Psiup,
per ritirarsi definitivamente dalla vita politica nel 1968.
Coerente,
mai estremizzante, libertario, Lussu è uno di quei rari uomini
che si possono definire “perbene”, ma è anche un
acuto osservatore del suo tempo, con quella sua particolare capacità
di analizzare fenomeni di grande ampiezza, pur dal suo punto di vista
particolare. E allora non è un caso se ha scritto Un anno
sull’altopiano, e poi Marcia su Roma e dintorni,
sull’avvento del fascismo, e infine La catena, sul
consolidamento del regime. A leggere questi libri si apprende
parecchio su uno dei periodi più bui della nostra storia e una
sua biografia appare quindi, oltre che opportuna, soprattutto
doverosa; a ciò ha provveduto, con un’opera di notevole
pregio, Giuseppe Fiori, sardo pure lui e ideologicamente vicino a
Lussu. L’ambiente, la giovinezza, gli studi, la guerra, il
fascismo, la resistenza, la nascita della repubblica, il dopo sono
gli argomenti di queste pagine che, nel fornirci un quadro puntuale
della storia del nostro paese, tratteggiano in modo esemplare la
figura di un uomo che seppe essere tale in ogni frangente, nei
momenti di fortuna e in quelli più neri, sempre coerente, mai
domo, con lo sguardo proteso oltre gli avvenimenti contingenti,
capace di vedere quella nuova Italia che sulle alture dell’altopiano
di Asiago, fra scontri e carneficine, aveva cominciato ad abbozzare.
Da
leggere, mi sembra ovvio.
Giuseppe
Fiori (Silanus,
Nuoro, 1923 - Roma 2003) giornalista e biografo italiano. A
un’intensa attività giornalistica in televisione (e di
televisione si è occupato anche in sede parlamentare) ha
affiancato una nutrita produzione di inchieste e biografie. Tra
queste ultime si ricordano quelle di A. Gramsci (1966),
dell’anarchico Michele Schirru (1983), di E. Lussu (1985), di
E. Berlinguer (1989), di S. Berlusconi (Il venditore, 1995), di
Ernesto Rossi (1997). Del 1993 è Uomini ex, romanzo-inchiesta
su un gruppo di partigiani rifugiatisi a Praga dopo la guerra per
sfuggire alla giustizia italiana.
Renzo
Montagnoli
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