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  Recensioni  »  Galeotto fu il collier, di Andrea Vitali, edito da Garzanti 21/02/2019
 
Galeotto fu il collier

di Andrea Vitali

Garzanti Libri

Narrativa romanzo

Pagg. 394

ISBN 9788811601876

Prezzo Euro 12,00


Un romanzo non riuscito



Penso che chi si accosta ai libri di Andrea Vitali non lo faccia sperando in un significativo accrescimento culturale, ma solo con la speranza di concedersi una piacevole evasione; a volte, raramente peraltro, accade che i contenuti possano lasciare un po’ il segno ed allora al piacere di trascorrere qualche ora davanti a un libro si unisce anche il compiacimento per aver compreso che qualcosa, non di puerile, è rimasto dentro. Non è di certo questo il caso di Galeotto fu il collier, frivolo e se vogliamo anche un po’ banale, ma, quel che è peggio, a tratti anche tedioso , zoppicante nel ritmo e inutilmente verboso. E pensare che le attese non erano trascurabili, vista la presenza del Maresciallo Maccadò, una garanzia di buoni risultati, e invece… E invece la vicenda di questo tesoro che viene scoperto casualmente, l’uso che vorrebbe farne un imprenditore edile, i maneggi di una madre e di un primario di chirurgia per maritare rispettivamente il figlio e la nipote che è un’autentica befana, tendono a naufragare in una vicenda che si trascina troppo a lungo. Inoltre, per come è stata costruita la trama, non è la solita e riuscita commedia degli equivoci, ma è un tripudio di presenze di cornuti e cornute e di cornificatori e di cornificatrici. Fin per carità, il sesso, quando trattato con ironia, è sovente oggetto di una piacevole lettura, ma qui sembra di assistete a uno di quei film pecorecci proiettati negli anni ‘70, che venivano chiamati commedie all’italiana. Già che c’era Vitali ha voluto aggiungere come ciliegina su una torta non ben riuscita un corollario di scoregge, di puzze, di tormentati dolori di pancia; è vero che lo fa con mano leggera, ma insomma mi è parso che abbia unito un po’ di squallore alla banalità.

Non aggiungo altro se non che anche per l’autore bellanese vale il detto che non tutte le ciambelle riescono con il buco.



Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. 
Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). 
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. 
Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier Regalo di nozze. L'anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n'è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedettePremiata ditta Sorelle Ficcadenti Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti) e Viva più che mai (Garzanti).
Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone. 


Renzo Montagnoli

 
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