Galeotto
fu il collier
di
Andrea Vitali
Garzanti
Libri
Narrativa
romanzo
Pagg.
394
ISBN
9788811601876
Prezzo
Euro 12,00
Un
romanzo non riuscito
Penso
che chi si accosta ai libri di Andrea Vitali non lo faccia sperando
in un significativo accrescimento culturale, ma solo con la speranza
di concedersi una piacevole evasione; a volte, raramente peraltro,
accade che i contenuti possano lasciare un po’ il segno ed
allora al piacere di trascorrere qualche ora davanti a un libro si
unisce anche il compiacimento per aver compreso che qualcosa, non di
puerile, è rimasto dentro. Non è di certo questo il
caso di Galeotto fu il collier, frivolo e se vogliamo
anche un po’ banale, ma, quel che è peggio, a tratti
anche tedioso , zoppicante nel ritmo e inutilmente verboso. E pensare
che le attese non erano trascurabili, vista la presenza del
Maresciallo Maccadò, una garanzia di buoni risultati, e
invece… E invece la vicenda di questo tesoro che viene
scoperto casualmente, l’uso che vorrebbe farne un imprenditore
edile, i maneggi di una madre e di un primario di chirurgia per
maritare rispettivamente il figlio e la nipote che è
un’autentica befana, tendono a naufragare in una vicenda che si
trascina troppo a lungo. Inoltre, per come è stata costruita
la trama, non è la solita e riuscita commedia degli equivoci,
ma è un tripudio di presenze di cornuti e cornute e di
cornificatori e di cornificatrici. Fin per carità, il sesso,
quando trattato con ironia, è sovente oggetto di una piacevole
lettura, ma qui sembra di assistete a uno di quei film pecorecci
proiettati negli anni ‘70, che venivano chiamati commedie
all’italiana. Già che c’era Vitali ha voluto
aggiungere come ciliegina su una torta non ben riuscita un corollario
di scoregge, di puzze, di tormentati dolori di pancia; è vero
che lo fa con mano leggera, ma insomma mi è parso che abbia
unito un po’ di squallore alla banalità.
Non
aggiungo altro se non che anche per l’autore bellanese vale il
detto che non tutte le ciambelle riescono con il buco.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali
si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti)
e Viva
più che mai (Garzanti).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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