Storia
di Mantova
Da
Manto a capitale della cultura
di
Guido Vigna
Marsilio
Editori
www.marsilioeditori.it
Storia
Pagg.
288
ISBN
9788831724371
Prezzo
Euro 18,00
Dalle
origini ai nostri giorni
Parlare
di più di duemila anni di storia in 288 pagine può
sembrare di primo acchito una missione impossibile, ma se, senza
trascurare nulla, si espongono cronologicamente le vicende di una
città senza approfondire la cosa diventa possibile ed è
quello che ha fatto Guido Vigna, giornalista mantovano che con questo
libro, di agevole lettura, ha inteso evidentemente fornire un testo
affinché i mantovani, ma anche i tanti turisti possano avere
almeno un’idea di cosa sia questa entità urbana,
talmente bella da diventare patrimonio mondiale dell’umanità.
Il periodo storico affrontato è indubbiamente assai lungo e
aggiungo che addirittura non si è in grado di sapere con
certezza quando Mantova è stata fondata; si parte ovviamente
dal mito che Virgilio riporta nell’Eneide, di quella profetessa
Manto, figlia di Tiresia, che avrebbe dato il nome alla città.
Se però ritorniamo con i piedi sulla terra, c’è
una buona probabilità che sia stata fondata dagli Etruschi nel
VI secolo a.C. e poiché fra le divinità di quel popolo
c’era quella dell’oltretomba chiamata Manth si può
anche logicamente ipotizzare che il nome del dio sia stato esteso
all’abitato. Poi seguono i periodi delle dominazioni celtiche,
romane, delle calate dei barbari, dei Longobardi, dei Franchi, del
libero comune per arrivare alla Signoria dei Gonzaga, ricchi
agricoltori che in verità si chiamavano Corradi, ma che per la
nobiltà acquisita assunsero come cognome quello del luogo di
provenienza. E’ fuor di dubbio che il rinascimento è
stato il periodo più bello, di autentico splendore di questa
città a vocazione prettamente agricola, poi c’è
stata la decadenza, l’estinzione della dinastia, l’avvento
degli austriaci, indi quello dei francesi, di nuovo degli austriaci e
infine, dal 1866, del Regno d’Italia. La storia, però,
anche quella raccontata da Vigna non si ferma qui, perché
arriva fino ai nostri giorni, con il dopo guerra che vede il sorgere
di tante realtà industriali, che a partire dalla fine dello
scorso secolo si ridimensionano alquanto, con diverse cessazioni di
attività. Se non fosse per le ciminiere, alcune ormai da tempo
spente, che costellano la periferia, si potrebbe quasi dire che il
tempo si è fermato e in effetti nel bel centro storico e nelle
vie adiacenti, con le antiche dimore, si può ancora respirare
l’atmosfera di un tempo andato, così che, grazie a quei
campagnoli venuti da Gonzaga, Mantova è andata riscoprendo
la sua vera vocazione, cioè di essere meta del turismo che
accorre a frotte a estasiarsi di fronte alla più bella camera
del mondo, la camera picta realizzata da Andrea Mantegna, o a
meravigliarsi per le sale affrescate dello splendido palazzo Te che
porta la firma di Giulio Romano, e per tante altre bellezze che
meriterebbero di essere almeno citate, ma che per ragioni di spazio
sono costretto a omettere. Oggi come oggi la città vive del
riflesso
di quel periodo aureo in cui si affollavano a Mantova pittori,
scultori, architetti, poeti e musicisti, un trionfo di opere d’arte
in parte emigrate verso altri lidi o andate disperse, ma quel che
resta basta a testimoniare una grandezza culturale di cui non solo i
mantovani, ma tutti gli italiani devono essere orgogliosi.
Da
leggere.
Guido
Vigna
(Mantova,
1942) ha scritto per molte grandi testate: dal «Corriere della
Sera» a «Repubblica», dal «Giorno»
all’«Avvenire», dalla «Domenica del Corriere»
al «Mondo». Ha lavorato in Rai, a Prima Pagina, con la
rubrica Vocabolariando, e pubblicato, per Rusconi, le biografi
e di Ezio Vanoni e Pasquale Saraceno. Dissacratore per vocazione, a
cominciare da se stesso, colleziona necrologi sognando di scrivere
con essi una Spoon River italiana. Ha creato iniziative diventate
famose: Un Natale di Libri a Bolzano e Titolo e Copertina dell’anno,
premio giornalistico ideato per la Ferrari di Trento.
Renzo
Montagnoli
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