Album
Piubello.
Uno
scrittore in piazza
di
AA.VV.
a
cura di Mario Artioli e Vladimiro Bertazzoni
Sometti
editoriale
www.sometti.it
Biografia
Pagg.
353
ISBN
978-88-7495-125-3
Prezzo
Euro 15,00
Chi
era Giovanni Piubello
Il
quarto volume del cofanetto dedicato a Giovanni Piubello, dopo che
era stato pubblicato nei primi tre ogni suo scritto, è una sua
biografia, frutto di più mani e in grado, ancor di più
della lettura delle sue opere, di far comprendere chi fosse prima di
tutto l’uomo e poi l’artista. Si avvicendano così
fonti di diversa natura, che vanno dalle testimonianze ai documenti,
da alcune prose autobiografiche a fotografie, da un breve riepilogo
della sua vita, più che altro anagrafico, a brevi interventi
di chi l’ha conosciuto e ha inteso delineare il suo ritratto.
Sono ben 353 pagine che per varietà, novità anche e
qualità dei diversi autori sono in grado di far conoscere
Giovanni anche a chi non ha mai avuto occasione di vederlo, oppure di
chiarire la natura del personaggio a coloro, fra i quali il
sottoscritto, che hanno avuto occasionalmente l’opportunità
di scambiare due chiacchiere. Nel mio caso penso sia accaduto non più
di un paio di volte, peraltro brevi, e avevo ritratto l’impressione
di un uomo originale, non matto, ma comunque diverso dalla media, più
interessato a parlare di letteratura che a vendere, tanto che mi
chiesi all’epoca se quella bancarella non costituisse solo il
passatempo di un uomo che viveva di rendita. E invece era la sua
unica fonte di reddito, che non gli consentiva di certo voli
pindarici. E’ molto bello leggere come ne parla chi l’ha
conosciuto non di certo occasionalmente e i giudizi sull’uomo e
sull’artista sono convergenti: Piubello era così, un
poeta, anche se scriveva soprattutto la prosa, che viveva
romanticamente per la sua arte, per le conversazioni letterarie con
gli amici, per qualche riunione conviviale con fini sempre culturali;
però era sostanzialmente solo, tranne la compagnia di qualche
felino, perché era scapolo e non avrebbe potuto essere
diversamente dato il tipo di vita scelto. Fra le testimonianze mi ha
colpito una di Andreina Bergonzoni che ebbe modo di conoscerlo per
puro caso mentre si aggirava per Mantova alla ricerca di notizie su
Arturo Frizzi per la sua tesi di laurea. L’incontro non fu il
solo e quindi il giudizio della Dr.ssa Bergonzoni non può
essere considerato di primo acchito, ma ponderato. Scrive, fra
l’altro: “Tornai con un bottino di notizie che mi
avrebbero consentito di scrivere almeno tre capitoli della mia tesi,
con uno strano libro di Gobbi ricevuto in dono e con una certezza in
cuore: avevo incontrato un poeta, un uomo che aveva fatto della
libertà la sua bandiera, dell’onestà
intellettuale un credo, di quella bancarella una patria dell’anima.”.
Sono dell’opinione che quelle poche parole dopo i due punti
riescano a descrivere in modo impeccabile Giovanni Piubello, un uomo
e un artista rari; entrambi avrebbero meritato maggior fortuna, ma
come posso io pensare che le soddisfazioni economiche e materiali
dovessero arridergli? Non ha mai cercato la notorietà e anche
dopo la pubblicazione di Matti beati e la vincita del
premio Duomo non ha fatto nulla per battere il ferro quando
era caldo; no, a Gioàn
non interessava leggere il suo nome a
lettere cubitali sui giornali, né seguire la vendita delle sue
opere, non era questo il suo mondo perché invece la bancarella
era il rifugio sicuro in cui riusciva a stemperare, con gli incontri
con la gente e lo scambio di parole, una tristezza di fondo che lo
portava alla solitudine, un male intimo non raro nei poeti e non
dimentichiamo che Gioàn
scriveva anche poesie.
La
lettura di questo libro è quindi sicuramente consigliata.
Renzo
Montagnoli
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