Il
violino di Dio
di
Salvo Zappulla
Scritturapura
Editrice
Narrativa
romanzo
Collana
'Scritturapura.it
Pagg.
154
ISBN
9788897924395
Prezzo
Euro 12,00 (eBook Euro 4,99)
Nessuno,
nemmeno Lui, è perfetto
Le
ipotesi su come potrebbe essere il cosiddetto “dopo”,
cioè l’esistenza eterna post-mortem è stata
oggetto di numerose opere, anche cinematografiche (famoso è il
film Il paradiso può attendere uscito nelle sale
nel 1978 per la regia di Buck Henry e Warren Beatty, quest’ultimo
anche protagonista, omaggiato di premi Oscar e di riconoscimenti
Saturn Awards). Raramente si tratta di lavori drammatici, anzi,
probabilmente per esorcizzare quel gran passo, sovente sono intrisi
di umorismo, mai spiccio o triviale, anzi più incline a una
moderata e quasi sempre raffinata vis comica. Non fa eccezione
a questa impostazione l’ultimo romanzo di Salvo Zappulla, a cui
non manca certo l’ironia, sovente accompagnata dalla satira, e
che ho già avuto occasione di apprezzare con I ladri di
sogni, Kafka e il mistero del processo e ancor più
in Viaggio con Dante all’inferno. Nell’autore
siciliano, a cui non fa difetto di certo la creatività, vi è
tuttavia uno scopo comune nella realizzazione della sua produzione,
vale a dire dissacrare, beninteso non con l’intento di porre in
cattiva luce consuetudini, credenze e comunque aspetti sociali, bensì
per indicare ciò che sembra stonato, fuori luogo, o comunque
estraneo alla logica.
Peraltro,
il suo non è un atteggiamento puramente distruttivo, anzi il
porre in risalto le storture ha come scopo quello di porvi rimedio.
Nella
vicenda del ragionier Morelli che, appena diventato ragioniere capo
del Comune di Milano, viene improvvisamente a mancare prima del tempo
per un banale errore del computer celeste si innestano situazioni
concrete e reali, quali il dolore dei parenti, le visite di
condoglianza, tutte viste dal morto, che è in un limbo in base
al quale, non essendosi l’anima ancora staccata dal corpo,
questo è a tutti gli effetti privo di vita, come se però
fosse stato ibernato. Tutte le opere di Zappulla, e anche questa,
hanno la parvenza di una favola, non per bimbi, ma per adulti, anche
se una loro esatta collocazione le vedrebbe rientrare nella categoria
assai variegata del fantasy. Favole, o meglio quasi favole dunque,
perché l’autore resta ben ancorato alla terra con un
angelo custode che invece vorrebbe diventare mortale, ma soprattutto
disporre di quegli attributi fisici indispensabili per amare una
bella ragazza di cui si è invaghito. Del resto la vicenda del
ragionier Morelli, morto, ma non morto, rappresenta il pretesto per
ironizzare sui tanti vizi e le poche virtù degli uomini; al
riguardo, basti pensare al riccone, che in fila per entrare in
paradiso, cerca di corrompere San Pietro per varcare il cancello, o
ai dialoghi fra lo stesso ragionier Morelli e il suo angelo custode,
venati da un sottile e gradevole sarcasmo, senza mai cadere nel
blasfemo. Non intendo dilungarmi troppo perché correrei il
rischio di anticipare situazioni che dovrebbero risultare di
particolare gradimento, con delle battute che strappano più di
un sorriso, anzi anche delle risate. A proposito, faceva ridere anche
Charlot, ma faceva anche piangere con la sua umanità
contrapposta alle ferree logiche della società, e non è
da meno Zappulla; senza far scendere lacrime fa sì che il
nostro sorriso o la nostra risata siano accompagnati da una vena di
amarezza per la vita di ogni giorno, asettica, pregna di
indifferenza, in pratica disumana. Del resto il mondo che ci viene
mostrato è un’estremizzazione dell’attuale, ma non
campata in aria, perché andando avanti di questo passo, con lo
sfruttamento insensato delle ricchezze del pianeta e con
l’inquinamento crescente che tanto contribuisce a creare
fenomeni climatici disastrosi ormai non manca molto che arriviamo a
mettere fine alla nostra specie. Tuttavia, un po’ per sua
natura, un po’ perché auspica che l’essere umano
possa finalmente correggersi, l’autore chiude il romanzo con
una speranza, a cui mi appiglio pure io, sebbene consapevole che il
domani non potrà che essere peggiore di oggi.
In
ogni caso il mio consiglio è di lasciarvi permeare dalla
vicenda narrata, che potrebbe benissimo essere la base per la
sceneggiatura di un film che solo per evitare omonimie non
intitolerei Il paradiso può attendere, ma considerata
la trama e l’imperfezione di ciò che dovrebbe essere
perfetto, vedrei bene come Nessuno, nemmeno Lui, è
perfetto.
Da
leggere, senza dubbio.
Salvo
Zappulla è
nato il primo marzo 1961 a Sortino (SR) dove vive.
È
critico letterario per la pagina culturale del quotidiano "La
Sicilia". Prima di Il
Violino di Dio a
pubblicato Lo
sciopero dei pesci,
vincitore del premio Prata, Il
pollaio dice No!, Kafka
e il mistero del processo e I
ladri di sogni,
finalista del premio Massimo Troisi.
Attualmente
è tra i redattori di "Notabilis”.
Renzo
Montagnoli
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