Racconto
d'autunno
di
Tommaso Landolfi
Edizioni
Adelphi
Narrativa
romanzo
Pagg.
141
ISBN
9788845911224
Prezzo
Euro 18,00
Un’atmosfera
da romanzo gotico
Sembra
che Racconto
d’autunno
sia
l’opera più riuscita e più nota, soprattutto
all’estero, di Tommaso Landolfi, narratore laziale di certo fra
i non più conosciuti, anche per una sua naturale ritrosia a
essere parte di correnti letterarie, nelle quali in verità
sarebbe peraltro difficile trovare una sua collocazione. L’aspetto
saliente delle sue opere, e ovviamente anche di questa, è lo
stile ricercato che non è un corollario, ma uno degli scopi, e
senz’altro il principale, di ogni suo scritto. Anche un lettore
non particolarmente attento potrà notare la ricercatezza del
linguaggio, l’uso, mai inappropriato, di termini non frequenti,
ma soprattutto un’impostazione che privilegia la descrizione di
ambienti e di atmosfere con una precisione mai eccessiva e che anzi
affascina, con proiezioni oniriche e con la capacità di
ricreare una tensione che accompagna perfettamente angoscia e
curiosità. Inserito in un periodo storico che, senza
nominarla, ricorda quello
della
Resistenza, Racconto
d’autunno
è
un’opera per certi versi visionaria, densa di metafore che un
po’ ricalcano aspetti della vita dell’autore, ma che
anche sono propri di ogni essere umano, per il quale la propria
esistenza è già un mistero. Il castello in cui si
imbatte il protagonista, un edificio ormai cadente alla cui scoperta
dedica pressochè per intero il suo soggiorno, è una
lunga sequenza di camere, di scale, di porte, di sotterranei, un
labirinto da percorrere senza mai venirne effettivamente a capo. Cosa
nasconde? Quale segreto si cela? Con pochi personaggi (il vecchio
nobile, due cani, la giovane figlia che tanto assomiglia alla madre
morta la cui immagine è impressa in un dipinto) il
protagonista si muove in un’atmosfera gotica, in cui predomina
il buio, é timoroso, ma curioso di conoscere, ossessionato da
irreali presenze, di cui una scaturita da un esperimento di
negromanzia.
Il
romanzo si sviluppa in 141 pagine in cui amore e morte si fondono
mirabilmente dando vita a un’opera che attrae e respinge,
attrae perché avvince nelle aspettative (che non verranno
deluse) e respinge perché se il mondo descritto può
sembrare del tutto estraneo al nostro è in effetti una sua
immagine speculare, è quella parte che in noi è timore
e sgomento, è consapevolezza dei nostri limiti e tentativo di
superarli, è quel pensiero mai sopito della morte, è il
flusso di domande senza risposte sul perché esistiamo.
Leggere
Racconto
d’autunno
rappresenta
pertanto un’esperienza e richiede la massima disponibilità
a lasciarsi rapire dalla descrizione di un mondo che ha anche
risvolti surreali, ma che pagina dopo pagina riconosciamo come
nostro, dove ogni elemento ha un suo ben preciso scopo e anche noi
siamo parte di quello scopo.
Tommaso
Landolfi (Pico,
9 agosto 1908
– Ronciglione, 8 luglio 1979), nato da famiglia nobile, si
laurea in Lingua e Letteratura Russa all'Università di Firenze
nel 1932. In gioventù frequenta la cerchia degli ermetici e
collabora a «Letteratura» e «Campo di Marte».
Landolfi esordisce come narratore nel 1937 col racconto umoristico e
concettuale Dialogo
dei massimi sistemi. Alimentato
da infinite suggestioni letterarie (da Rabelais a Gogol' passando per
i simbolisti...), il discorso narrativo di Landolfi verte soprattutto
sull'incontro-scontro tra istinti e ragione, tra consapevolezza e
inconsapevolezza, registrato con ironia e e lirismo. Tra i successivi
libri di narrativa ricordiamo Il
mar delle blatte e altre storie (1939), La
pietra lunare (1939), Racconto
d'autunno (1947,
da cui sarà tratto un film), Ottavio
di Saint Vincent (1958,
premio Viareggio), Rien
va (1963), Le
labrene (1974)
e A
caso (1975,
premio Strega). Ha scritto anche opere di poesia, tra le quali Viola
di morte (1972)
e Il
tradimento (1977,
premio Viareggio), e un volume di critica letteraria: Gogol'
a Roma (1971).
Per il teatro ricordiamo Landolfo
VI di Benevento (1959), Scene
della vita di Cagliostro (1963), Faust
'67 (1969).
Landolfi è considerato uno dei massimi scrittori del
Novecento: in Italia le sue opere sono pubblicate presso Adelphi. Da
ricordare che Italo Calvino, che apprezzava particolarmente il suo
lavoro, ha curato un'antologia di racconti landolfiani nel 1982.
Renzo
Montagnoli
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