La
nave dei vinti
di
Leonardo Gori
Edizioni
TEA
Narrativa
romanzo
Pagg.
333
ISBN
9788850254477
Prezzo
Euro 14,00
Chi
è Morgan?
Leonardo
Gori, che ha creato il personaggio di Bruno Arcieri, ufficiale dei
carabinieri in forza al SIM, l’intelligence militare, sembra
trovarsi a proprio agio nell’ambientare la trama dei suoi
romanzi durante il ventennio. Ricordo con vero piacere Nero di
maggio, con la visita di Hitler in Italia e in particolare a
Firenze nel 1938, e Il passaggio, ambientato a Firenze durante
l’insurrezione partigiana. E anche La nave dei vinti
si colloca in uno degli ultimi anni di fulgore del fascismo, nel
marzo del 1939, mentre già diventano più frequenti i
sintomi dell’imminente conflitto, a proposito del quale c’è
gente interessata a mettere le mani su un microfilm riproducente il
documento del famoso patto Molotov – Ribbentrop. Pare, anche se
non si è del tutto certi, che un agente segreto di nome Morgan
potrebbe averlo con sé e che lui si trovi su un bastimento
fuggito dalla repressione franchista con numerosi profughi, andato in
avaria e alla fonda nel porto di Genova. E’ inutile dire che a
questo reperto sono interessati in tanti, anche il capitano Bruno
Arcieri, che, ben al di fuori degli ordini del capo del SIM ma
dipendendo solo dal suo comandante, dovrà collaborare con un
vescovo del Vaticano, di nome Eugenio Winkelmann, pure lui facente
parte di una sorta del servizio segreto del papato. Non vado oltre
con la trama, ricca di continui colpi di scena, in cui si avvicendano
fascisti, carabinieri, agenti sovietici, sgherri della Gestapo, un
complesso intrigo in cui francamente non è facile
raccapezzarsi, tanto più che personaggi, all’inizio
insignificanti, diventano quasi all’improvviso dei
protagonisti. La vicenda, il cui ritmo accelera notevolmente verso la
fine, pare abbia divertito non poco l’autore, e del resto anche
il lettore non ha di che lamentarsi, nel senso che progressivanente
prova un desiderio crescente di giungere alla verità. Tutto
bene quindi? Sì e no, nel senso che il romanzo non è
scevro da difetti; ha indubbiamente dei pregi, visto che riesce ad
avvincere, ma se chi legge arriva alla fine appagato basta che si
metta un po’ a riflettere e rileva delle incongruenze non
trascurabili, come tempi degli eventi che dovrebbero coincidere e
invece sono spaiati, protagonisti a cui si attribuiscono capacità
ben al di fuori della loro portata, un personaggio creato ad hoc come
diversivo e che dovrebbe muovere alla compassione il lettore. Si
tratta indubbiamente, nell’ambito della finalità di
svago dell’opera, di difetti di poco conto, tanto che, ripeto,
ci si accorge a lettura ultimata e purché si desideri
effettuare qualche riflessione, ma nel quadro generale dell’attività
artistica di Leonardo Gori sono appunti che mi sembrano necessari,
visto che si deve tendere sempre a migliorare. Infatti non di rado
sono gli aspetti marginali che distinguono un romanzo di buona
fattura da un romanzo eccellente e ho l’impressione, che a
differenza di questo, Nero di maggio e Il passaggio
possano essere inquadrati in un giudizio altamente positivo. Pertanto
se Gori ci è riuscito non una volta, ma due a costruire
qualche cosa di pregevole, per quanto sempre perfettibile, auspico
che con il suo prossimo lavoro si ripeta. In ogni caso La nave
dei vinti rimane un’opera di gradevole lettura.
Leonardo
Gori
è
uno scrittore italiano, autore del ciclo di romanzi di Bruno Arcieri,
capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta. Il
primo romanzo, Nero
di maggio,
si svolge nella Firenze nel 1938; seguono Il
passaggio, La
finale, L’angelo
del fango (Premio
Scerbanenco 2005), Musica
nera, Lo
specchio nero e Il
fiore d’oro,
gli ultimi due scritti con Franco Cardini. La serie di romanzi è
in corso di riedizione in TEA. Ha scritto anche thriller storici ed è
stato co-autore di saggi sul fumetto e forme espressive correlate
(illustrazione, cinema, disegno animato).
Renzo
Montagnoli
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