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  Recensioni  »  Fra le dita una favilla sembra sole, di Carla De Angelis, edito da Fara 12/12/2019
 
Fra le dita una favilla sembra sole

di Carla De Angelis

Nota critica introduttiva di Riccardo Deiana

Fara Editore

Poesia

Pagg. 96

ISBN 978 88 94903 80 5

Prezzo Euro 10,00



La luce l’accompagna



Se non fossi a conoscenza del fatto che Carla De Angelis, dopo aver lavorato a lungo in un Ministero, ora si gode la meritata pensione, piacere che tanto più si apprezza quanto più in gioventù si è dato alla collettività, nel leggere i versi di questa raccolta ritrarrei l’impressione che siano stati sctitti da una donna giovane, una ragazza addirittura, tanto traspare dagli stessi una naturale meraviglia (Se ho ripreso a scrivere parole / è perché ho il tuo sorriso / il tuo abbraccio / la tua ingenuità ). Già avevo riscontrato questa caratteristica in alcune delle poesie della precedente raccolta Mi fido del mare, ma in questa mi sembra che sia ben più presente, e così è tutto un fiorire di sensazioni che lasciano anche trasparire delle sane emozioni (Il tema è grandioso. / Come controllare il tempo? / Espressione della vita / divorata dalla ricerca di senso / vincerà lo stile che si fa gentilezza). Del resto anche il titolo sembrerebbe rafforzare questa mia interpretazione proprio perché, nell’antro della creatività sempre buio fino a quando non si accende la famosa lampadina, l’immaginare che una favilla, una microscopica ed effimera scintilla fra le proprie dita possa sembrare un sole è la naturale conseguenza di un senso di stupore.

E sprizzano gioia questi versi, una gioia intrinseca che possiamo trovare appunto in chi, giovane, s’affaccia al mondo e tutto gli sembra nuovo, diverso dal suo pur breve passato (Entro in un altro giorno / un nuovo sole / tra silenzio e parole / come leggere un libro che rivela pensieri). Per quanto possa apparir strano, questa quarta silloge che leggo e uscita dalla penna di Carla De Angelis si stacca dalle altre tre (A dieci minuti da Urano, I giorni e le strade e Mi fido del mare) per questa caratteristica di ringiovanimento che se stupisce però non disorienta, perché nulla toglie alle capacità poetiche dell’autore, che anzi ne vengono arricchite. Ma sarei incompleto e, soprattutto, disattenderei me stesso se mi limitassi a questo aspetto che mi ha colpito, perché, pur non essendo presente un fil rouge, un tema ben determinato da trattare, la raccolta è meritevole di altre considerazioni. E allora, e già l’avevo notato soprattutto in Mi fido del mare, appare evidente in questi versi un grande amore per la vita, che non finisce mai di stupire e pertanto di emozionare ( La candela che accende il brillio sul mare / illumina la gioventù e la vecchiaia. / La riva resta in attesa ). Così emergono giorno dopo giorno sprazzi di luce, osservazioni che da angoli diversi svelano e rivelano, insomma chi ama la vita non potrà che constatare che ciò che sembra uguale non lo è mai, perché dipende dal nostro punto d’osservazione, perché noi stessi non siamo uguali tutti i giorni, ma che in ogni caso non tralasciamo di stupirci per ciò che ci circonda, per fatti anche marginali, che mettiamo nel nostro carniere d’esperienze. Serenità d’animo che si trasmette a chi legge, che sa cogliere il lato positivo anche quando si fa all’intorno buio, lesta però a richiamar la luce (Il giorno è tenero, il buio non mi ha lasciato / [ancora. / Resta una coda di pensieri, parole e desideri / che il sole vestirà di luce ). E così Carla ha inserito un altro tassello nel mosaico del suo senso della vita, la cui immagine lenta si va formando, avendo ella ben impresso come sarà o come forse è già, perché infine nel percorso intrapreso lascia a ricordo, come pietre miliari, le sue sensazioni, le sue emozioni, la sua serenità, beninteso espresse in versi.



Carla De Angelis è nata e vive a Roma. Suoi testi sono presenti in riviste e opere collettanee edite da Perrone, Estroverso, David & Matthaus, Limina Mentis, Delta3, Pagine, Aletti, Fara. Nel 1995 il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere. Con Fara ha pubblicato in poesia: Salutami il mare (2006), A dieci minuti da Urano (2010), I giorni e le strade (2014). Nel 2011 esce Mi vestirei di mare (Progetto Cultura). Ha ideato e cocurato le antologie Corviale cerca poeti per la Biblioteca “Renato Nicolini” di Roma e, con Stefano Martello, i saggi Diversità apparenti (2007), Il resto (parziale) della storia (2008), Il valore dello scarto (2016). Nel 2017 ha pubblicato con Fara la pluripremiata raccolta Mi fido del mare.



Renzo Montagnoli






 
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