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  Recensioni  »  Una domenica, di Fabio Geda, edito da Einaudi 30/03/2020
 
Una domenica

di Fabio Geda

Edizioni Einaudi

Narrativa

Pagg. 192

ISBN 9788806241865

Prezzo Euro 16,00


Un motivo per continuare


L’idea del romanzo è indubbiamente interessante, con quest’uomo anziano, vedovo, costruttore di ponti che l’hanno costretto a lunghi soggiorni all’estero, che ormai da tempo solo nel suo appartamento prepara un pranzo domenicale per figli e nipoti, ma, ahimè, quando è già tutto pronto gli ospiti per un contrattempo disertano l’appuntamento e allora lui esce per fare una passeggiata, in cui incontra Elena e Gaston, madre e figlio, pure loro soli. All’uomo viene un’idea che si rivelerà foriera di ulteriori proficui sviluppi, poiché invita a pranzo entrambi, che accettano. Non vado oltre perché ho già detto molto e sarebbe eccessivo impedire ai lettori di scoprire ciò che riserverà loro la lettura. Chissà perché questo romanzo mi ha richiamato alla memoria un bellissimo film del 1987, Il pranzo di Babette, che vinse anche il Premio Oscar del 1988 come miglior pellicola straniera. Benchè li accomuni solo l’idea del pranzo, per il resto sono opere completamente diverse, tranne forse per gli scopi edificanti di entrambe.

Come è noto, fra tutti i giorni della settimana la domenica è quello in cui più si avverte la solitudine, quello in cui prende il sopravvento l’amarezza; prima di incontrarsi sono in questa condizione, disperatamente presenti in un’assenza di vita normale, di dialogo, di affetto, anche l’ingegnere, Elena e Gaston. Ma le ore trascorse insieme sono anche l’occasione per una riflessione sulla propria condizione attuale, sul proprio passato e il proprio avvenire. E’ quello che con una dizione largamente usata si definisce un bilancio della propria esistenza, caratterizzato da luci e ombre, da rimpianti e malinconie per un tempo che sta per finire; tuttavia è solo con una presa di coscienza che è possibile tracciare una rotta per il futuro. L’uomo e la donna hanno un disperato bisogno di comunicare a chi li sa ascoltare, quasi una confessione dalla quale uscire in un’altra dimensione con la prospettiva che il futuro non sia più così buio come prima.

A Fabio Geda non mancano le capacità per proporre questa storia, con delicatezza, quasi con pudore, eppure a mio parere l’opera, se pur interessante, presenta non pochi punti sui quali ci sarebbe da ridire, perché insomma i difetti non mancano.

Innanzi a tutto c’è un incipit molto lungo, ma anche tale da mettere in affanno il lettore, per non parlare poi dello stile, massiccio e greve come un blocco di marmo, ma quello che secondo me nuoce maggiormente è il frequente ricorso ai flaschback, forse per mostrare l’alternarsi delle epoche diverse, ma i periodi purtroppo non sono ben raccordati, al punto che personalmente mi hanno dato fastidio; se non bastasse ho rilevato anche una consistente verbosità quasi sempre ingiustificata e che porta inevitabilmente a un ritmo della narrazione piuttosto lento.

Quindi, per concludere, pur riconoscendo al romanzo ampi meriti per la trama, mi è sembrato carente proprio nella sua costruzione, in una certa superficialità nella descrizione dei caratteri dei personaggi, e proprio per questo, fuori dal pressochè unanime coro, ritengo l’opera solo discreta, e non di certo un capolavoro.




Fabio Geda (1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell'educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L'esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all'estero. Nel 2011 esce L'estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori) scritta insieme con Marco Magnone, del 2017 Anime scalze (Einaudi). Nel 2019 pubblica per Einaudi Una domenica.



Renzo Montagnoli

 
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